Saper Reagire Emotivamente – 2° Flusso dell’Energia di Base

IMG_0074

Anche per questa ennesima pietra miliare della nostra vita, chiediamoci:
“Esiste punto più importante, basilare, del saper gestire, reagire, nutrirsi delle emozioni?”.
E quanti di noi possono dire che sanno gestire tutte le proprie emozioni, manifestazioni di sé e stati d’animo?
Resta inteso che c’è sempre molto da fare in ambiti così cruciali, ma è sapere come funzionano le nostre emozioni e fare la differenza(!).

 

Saper Reagire Emotivamente – che attiene al 2° Flusso dell’Energia di Base- determina come sappiamo o meno attingere ad un surplus di energia improvvisa quando entriamo in contatto con emozioni profonde, principalmente nelle relazioni. 

 

Rappresenta il Livello Energetico. Viene influenzato lo stato di carica energetica osservabile in ogni momento. E’ indice di come il corpo fa fronte ad esigenze improvvise, quando occorrono.

 

Ed occorrono per qualsiasi attività che promuova una più profonda eccitazione.

E’ un flusso che va dalla periferia verso il centro (da fuori a dentro).

 

E’ un indice di quanto siamo elastici, fluidi e non rigidi:

  • Quanto sappiamo attivarci nei momenti in cui è più necessario?
  • E in quali modi sappiamo farlo?
  • Sempre quelli, sempre gli stessi?
  • Oppure la vta ci chiede comportamenti che non sappiamo ancora mettere in pratica come vorremmo?

 

Per saperlo, occorre andare a sentire un minimo “oltre” i nostri limiti e produrre -contro le antiche coercizioni in cui siamo cresciuti- un’esplosione integrata.

 

Questa la definizione di David Boadella che attiene al flusso delle emozioni:

b) Livello Energetico, ovvero il grado di carica.
Il livello di energia organismica è costituito sia dalla respirazione,
che carica i fluidi del corpo ed il sangue,
sia dall’ossidazione del cibo
che alimenta la fiamma della vita.
Qualsiasi attività che promuove una più profonda respirazione
contribuisce a costruire la carica energetica.
Il livello di detta carica può essere determinato dagli esami del sangue,
dall’osservazione del campo energetico
(come nel lavoro di John Pierrakos, a New York)
e può essere valutato soggettivamente.

 

Secondo questa accezione, qual è il momento o la condizione in cui promuoviamo una più profonda respirazione? La risposta è semplice: quando siamo molto emozionati.

 

E le emozioni si manifestano di più se siamo in relazione.

Le emozioni sono risorse: quali emozioni risultano “facili” per noi? Quali meno?

 

Quindi il senso del Livello di Energia consiste in questo processo:

  • Dopo essere scesi un po’ di più in profondità, sotto la superficie, attraverso tutte le abitudini legate a come gestiamo le nostre energie, quanto riposiamo, quanto e come ci nutriamo, che priorità mettiamo alla nostra vita… (trattato nel punto: Saper Incrementare la nostra Vitalità)…

 

  • …ci troviamo naturalmente di fronte al tema sentire i nostri limiti nelle relazioni, e del forzare le coercizioni, fino ad un’auspicabile esplosione integrata.

 

Chiediamoci quindi quanto siamo soddisfatti di aspetti come i seguenti elementi chiave del Saper Reagire Emotivamente:

 

Elementi Chiave del Saper Reagire Emotivamente

Proviamo a leggere la lista qui di seguito e a contrassegnarla, anche solo mentalmente, per verificare dove riusciamo e dove meno. Ne dedurremo un quadro immediato dei nostri punti di miglioramento:

  • Espressione, emozione, occasione, completezza, vibrazione verso un obiettivo, apertura.
  • Crescita personale, sviluppo delle proprie potenzialità
  • Affermazione di sé, rompere lo status quo, cambiare abitudini, evolversi, non accettare passivamente le relazioni bloccanti e le coercizioni
  • Fare appello alle migliori qualità personali
  • Decidere il cambiamento e metterlo in atto
  • Togliersi dall’immobilismo
  • Sentire di poter esistere in modo migliore
  • Saper essere piccoli
  • Saper essere grandi
  • Fare appello a noi stessi e agli altri quando serve
  • Sapersi arrabbiare
  • Sentirsi adulti indipendenti/responsabili
  • Non fuggire le proprie emozioni
  • Fare ciò che si deve fare
  • Ammettere
  • Essere tristi quando è necessario. Sentire tristezza per ciò che non avremo mai, e attraverso ciò recuperare -realisticamente- modestia e umiltà.

 

E’ già forte il solo leggere l’elenco, non è così?

Ora: quanto li curiamo e quanto possiamo farlo di più?

 

Rende bene in che cosa consiste regire emotivamente: vuol dire sentire verità.

 

Dal punto di vista corporeo, è interessante notare che questa capacità:

  • Per ciò che concerne paura e tristezza- si dispone sulla parte anteriore del corpo
  • mentre si sviluppa sulla parte posteriore invece -per rabbia e gioia.

 

Interessante, no? Quando siamo arrabbiati o trattenuti nei nostri entusiasmi, è la schiena che ci fa male. Se invece proviamo tanta paura o siamo tristi, è la pancia, lo stomaco ad accusare disturbi.

 

Rimettere insieme la nostra capacità di saper regire riconduce alla primaria elasticità. Occorre quindi individuare personalmente COME si dispongono rabbia e della gioia sul proprio corpo. DOVE viceversa e COME si avvertono paura e tristezza. E come elaborare le reazioni a queste emozioni e ritornare a sentire che ci stiamo di nuovo evolvendo.

 

Negli incontri su come tornare a produrre la propria personale energia, proviamo a fare questo esercizio: Quali emozioni ci risultano “facili?” e quali meno?

Ed immediatamente emergono le prime difficoltà:

  • la convinzione di ciascuno di noi di potersi basare sull’io, sulla volontà
  • risolvere le situazioni attraverso la nostra consueta struttura
  • mentre è sulla gioia o la rabbia, insomma sulla verità emozionale che alcuni non sanno esprimere, che si basa tutto il proprio miglioramento.

 

Ma la persona in questione non lo vede.

Pertanto, un altro esercizio consueto è: chiediamo ad altri -che ci conoscono bene!- quali emozioni ci risultano più facili e quali dovremmo elaborare di più e meglio.

I risultati sono sorprendenti e inaspettati.

 

Alcune Esperienze per Saper Reagire Emotivamente

 

Due casi ad esempio sono stati per me illuminanti. Riguardano due clienti con lo stesso nome, che qui chiameremo A1 e A2:

 

  • A1: Io sono esclusa dagli affetti / e guarda caso anche dalla considerazione del mio capo; non vado bene, non sono stata mai approvata, non c’è mai stato niente per me.

 

  • A2: nessuno mi ha mai amata; negli affetti in generale / oppure nell’ambiente di lavoro. Nessuno al mondo mi pensa e si preoccupa per me.

 

Entrambe, fino a quando vivranno nello schema della mancanza imposto loro dai genitori durante la loro educazione, non avranno mai soddisfazione. Occorre allora proprio RINASCERE.

Quindi, come vedete, non si tratta per niente di sviluppare delle tecniche per far fronte a nuove emozioni. Si tratta proprio di re-impostare tutto il sistema.

Quando capiamo che occorre staccarci dal modello ricevuto -se ovviamente questo non ci piace più- ci appare evidente: il senso generale della carica della nostra energia consiste in come viviamo ogni emozione.

 

L’esempio in Bioenergetica è quello dell’esercizio del cubo -o del piegamento in avanti- fatto con o senza emozioni: ci stanca o ci rigenera.

I clienti vengono invitati a picchiare su un cubo di gommapiuma o a fare un esercizio di piegamento in avanti.
Si verifica facilmente che -fino ad un certo grado di intensità- chi picchia può solo stancarsi.
Oltre quel livello, quando si batte con tutto se stessi, come se il picchiare fosse esplosivo -incisivo, vitale, trasformativo, e non si affievolisse mai!- allora si verifica un piccolo miracolo: ci si rigenera.

Il picchiare -dopo una certa soglia- ci rende più energici, non più stanchi.

Ora, quando si prova un’esperienza del genere, si accede ad un altro livello di vitalità, come ad un segreto cercato per anni e anni, ed ora lì, finalmente a disposizione.

Per questo è così discriminante l’aspettativa e l’investimento che decidiamo nei confronti della giornata o del periodo.

“Possediamo” così la differenza: quando siamo entusiasti e battaglieri il risultato delle nostre giornate è enormemente diverso da quando siamo rassegnati.

 

Un altro esempio è che esistono due crisi:

  • quando decidiamo di mettere qualcosa in crisi perché vogliamo stare meglio
  • oppure quando subiamo le cose che accadono come una sconfitta

nel primo caso c’è energia, nel secondo sentiamo che ci viene tolta.

 

Decidere che nessuno ci toglie più energia è uno dei primi passi da compiere.

E quando qualcosa non va? Qual è il motivo di un livello non abbastanza profondo di carica?

Risiede sempre nel blocco del livello di emozioni.

 

Alcune emozioni forti ci hanno impressionato o non erano accettate nella nostra famiglia e allora noi non siamo abituati ad affrontarle o non vogliamo perché ci ricordano dolori.

 

Ma sotto questi dolori non c’è più niente: solo il passaggio attraverso queste “porte”, questi blocchi, ci può ridare il livello di energia che OGGI desideriamo e meritiamo.

In questo senso, c’è differenza tra piccoli cambiamenti di vitalità e trasformazioni vere e proprie.

 

Ci si può limitare  semplicemente una sessione di esercizi di bioenergetica a settimana oppure prendersi la responsabilità di cambiare completamente il proprio modello di vita, quindi energetico.

 

Un numero enorme di persone si dedica sempre più a sviluppare la propria vitalità.

Tanto più che decidere continuamente che “periodo” voler attraversare, quanto investimento emotivo, profondo, assegnare ad una nostra giornata, è un’azione che comunque compiamo ogni giorno, ogni anno.

Adesso possiamo metterci molta più consapevolezza.

 

 

Vai ai temi collegati:

 

POTENZIARE

E agli approfondimenti:

I 4 Flussi dell’Energia di Base

Qualcosa di Significativo

 

Torna a Aria Nuova

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.