Accettazione Incondizionata: 31. Schema Quotidiano della Trasformazione

 

È utile allora ricapitoliare e tenere sempre ben presenti quali sono i passi del benessere che possiamo scegliere ogni giorno.

Sono come dei bivii che la mattina ci si presentano naturalmente.

Si comincia sempre da queste scelte, ogni giorno.

Per questo sono utili.

Il senso è che ogni santa volta che mi riconosco in un blocco, posso scegliere di passare con tutto me stesso allo sblocco corrispondente. E ritrovare subito la strada.

Sono delle vere e proprie porte che connettono all’istante Accettazione-Leggerezza-Evoluzione-Visione.

(Tra parentesi, le testimoninaze da cui nascono gli esempi riportati).

 

SCHEMA QUOTIDIANO della TRASFORMAZIONE

 

Blocco   Trasformazione
  (Accettazione/Leggerezza /Evoluzione/Visione)

 

Mi dico che sono confuso realmente,
ma so che faccio finta(Es:”E’ comodo per me non voler vedere come stanno le cose… forse indugio davvero troppo.. è come se giocassi a fare sempre “quello confuso” che in realtà sa benissimo come stanno le cose…”)
Mi rendo conto che è già tutto lì, tutto
consapevole(Es:”Smettiamola di girarci intorno. Tanto so come funziono, mi conosco… la verità la so su questa situazione, relazione, problema… che sento da troppo tempo… forse è meglio che me la dico e affronto ogni conseguenza, la accetto e smetto di ingannarmi, una buona volta”)
Non prendo le redini,
non analizzo, non mi smuovo
dalle mie abitudini e posizioni(Es: “Quanto tempo è che non riesco a trovare il tempo per affrontare questo problema?! Devo decidermi, mettermi lì e smetterla di rincorrere sempre tutto”)
Mi prendo il tempo e l’energia una
volta per tutte: ci rifletto, stabilisco dei
passi(Es: “Eh, certo, potrei fare così, poi così e poi vediamo… magari sono passi non drastici e non
definitivi, ma finalmente decido e comunico qualcosa… altrimenti mi sento come sempre impatanato”)
Resto ambiguo e ambivalente e
“né da un lato né dall’altro”
Comunico chiaramente le mie
decisioni a me stesso e agli altri
Scelgo, prendo posizione, ma non inizio
mai a cambiare, come rimandare una dieta
Effettuo un passo simbolico,
emblematico, una cerimonia, un rituale
che sancisca una vera e propria nuova
vita
Procrastino abitudini trattenute,
piccoli o grandi vizi
Scelgo l’esplosione emotiva positiva ogni
giorno della mia vita
Alimento ripicche e conflitti continui,
interiori ed esteriori
Vado finalmente ogni giorno verso i
miei desideri e mai più contro nessuno
Resto ad alimentare pensieri ricorrenti
di inadeguatezza
Accetto incondizionatamente tali
pensieri inadeguati e li valorizzo quali
ricordi che avrò sempre e non come
attualità, li vado a cercare, ascolto come mi sento, rispondo, considero, ma senza agire più niente per colmare mancanze solo presunte
Sto solo e passo il tempo a rimuginare Mi apro alla condivisione di tale inadeguatezza con chi mi sta vicino e richiedo confronto-aiuto-idea-supporto-impegno nel trovare abitudini e circoli di pensiero / azione diversi, virtuosi e strutturati

 

Ricasco come al solito nel cercare fuga, protezione e distrazione dalle sensazioni ricorrenti, dalla ferita e dai problemi
(Es: “E’ una pesantezza infinita… ormai recito, faccio finta… non me ne frega più niente. Penso solo a distrarmi, a prendere tempo, a non affrontare… ma così facendo, ogni volta è peggio. E’ come una spirale che si avvita su se stessa”)
Mi alleno all’apertura a vivere, condividere ed affrontare i problemi con un’espressione emotiva fino in fondo

(Es:”parto dall’assunto che noi tutti siamo un dono, la nostra ferita è un dono. Quindi questo può valere anche per me, persino se non lo sento. Non è vero che è tutto pesante… non può essere.
I problemi ci saranno sempre. Va tutto bene: posso sorridere molto diversamente all’ennesima rogna che mi capita… altrimenti non cambia niente. Se decido che sto bene dentro le cose, va davvero tutto meglio”)

 

Ricerche di soluzioni, argini, contrasti, spossanti e sempre uguali.

(“E’ una lotta mai efficace ai pensieri d’inadeguatezza e ai problemi ricorrenti. Devo cambiare qualcosa, perché così continuo ad occuparmi solo degli stessi problemi”)

Scelta di intensità in ogni momento, cambiando attenzioni e pensieri a cui dedicarsi

(ES: “c’è tutto un mondo fuori. Smetto di cercare soluzioni impossibili e mi dedico a coinvolgermi senza chiedermi più niente.
Do luce emotiva e totale a tutto e a tutti ogni giorno, in ogni momento”)

Sensazione di sentirsi ogni volta feriti in un dramma ricorrente

(Es: “Ogni volta ricado in questo sconforto… condannato sempre alle solite atmosfere, non ne posso più… mi ritrovo sempre con un pugno di mosche in mano…alla fine con la solita sensazione che io non valgo, che sono sbagliato, che non avrò niente…”)

Scelta di sdrammatizzazione continua e di vivere con leggerezza mai più messa in discussione

(Es:”Dai… riprendi ad aspettarti il meglio… a dare luce affinché vada tutto bene… sempre e comunque… prendiamoci in giro, per favore… stacchiamo… chi o che cosa ci può far star meglio, quale pensiero…? Tanto lo sappiamo… sono sempre le solite paturnie, da una vita…”)

 

Rassegnazione abitudinaria a situazioni e relazioni affettive e lavorative che mi abbattono, non mi soddisfano e mi avvitano in circoli viziosi
(Es: “quando è cominciata questa spirale di sconforto? E’ davvero troppo tempo che non trovo via d’uscita…. ormai dico sì a tutto ma non mi va bene niente… E’ come se ogni piccola scintilla s’infrangesse ogni volta sulla giornata sempre uguale…”)
Comunicazione e Trasformazione degli stati d’animo, da dentro, che cambino le abitudini, che afffrontino tutto e tutti, con pieno diritto, attraverso nuove leggerezze, fiducia rinnovata a sé e gli altri, alimentando buonumore e nuovi rituali di salute

(“Es: No, no, no. Basta, basta, basta. Non stavo ridendo fino ad un attimo fa?!… Smettiamola di andar dietro a pensieri e preoccupazioni!… E poi che cosa sento? Questo? Ecco: me lo scrivo se mi sfugge e poi lo dico… con i dovuti modi… ma lo dico, comunico da oggi in poi ciò che sento e penso a tutti… basta con la rassegnazione! Nulla è immutabile… e si inizia dai piccoli passi. E finalmente respiro”)

 

Necessità di proteggere con cuscinetti emotivi temporali e spaziali la propria immagine di fragilità

(Es: “Sì, è vero, devo sempre mettere paletti, steccati… decidere io, aspettare di sentirmi di fare qualsiasi cosa… mi sono chiesto spesso da che cosa derivi e quanto tempo e energie spreco in questi rituali infiniti…”)

Rivalorizzare la fragilità in sensibilità e peculiarità personale, andare a cercarsi l’intensità qui ed ora, oggi, in ogni momento, con motivazione enorme, valorizzata e ritrovata…

(Es: l’immagine di invasione, di fragilità da proteggere sarà sempre così… non sentirò mai di avere i miei tempi… posso smetterla di scendere sempre a compromessi… mi butto e basta… sempre di più, senza pensarci più… il segreto è questo… e devo dire che funziona… la mia immagine inadeguata è come sempre un ricordo del passato insito in me, e non una realtà…)

 

Cercare e aspettare di trovare qualcuno o qualcosa che mi dia una spinta da fuori

(Es: devo dire basta a ‘prima o poi ce la farò’… basta a: sforziamoci ancora… sempre fatica!… lo so che lo ripeto sempre… lo so, ma la speranza mi illude ogni volta… la ricerca di qualcuno, di qualcosa, di una svolta, una soluzione, fa parte di me da sempre… e non arriva mai niente di nuovo…”)

Sapere che non accadrà mai nulla di diverso fuori di noi e quindi oggi l’unica cosa che posso fare è vivere appieno qualsiasi emozione e situazione con tutti i blocchi di oggi…

(“Es. Ma sì!… Tenderò sempre a sentire che mi manca qualcosa! Che non posso! Ma è da sempre così! Questo è il problema… ciò che trovo non va bene mai… perché in realtà non mi manca niente e nessuno, ma sono e resterò sempre convinto di non poter mai far niente… essere niente… andar bene per niente…  ma posso finalmente non alimentare più tutto ciò! “Giocando con me” e mai più contro di me.

 

 

Celare a me stesso le mie vere immagini interiori su che cosa funziona o meno nella mia vita e perché

(Es: “Non devo dirmi che ho paura! Devo proteggermi dalla paura! Devo evitare la Paura!”)

Accettare, confrontare, condividere e valorizzare al massimo, come un dono, queste sensazioni che chiamavo fragilità, ferita, difetto e che oggi invece sono cosciente siano sensibilità, rispetto, generosità, maturità, vale a dire ciò che piace di più a me e agli altri, di me stesso/a

(Es: “Ecco perché ho paura e ce l’avrò sempre… è inutile qualsiasi manovra o sforzo o evitamento…

…io ho paura perché ce l’avevo da piccolo… sono cresciuto con la paura… ma chiunque avrebbe avuto paura al posto mio…

…ciò che chiamo paura è in realtà sensibilità… chiunque ha paura, ecco la verità… l’attenzione, il rispetto, la sensibilità sono per me il dono della mia paura…).

 

 

 

 

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