Sento che Non Ho Potuto

Lo schema di un lavoro di terapia può fornire un esempio utile e concreto del lavoro che si fa su di sé. 

Potrebbe venir fuori un’illuminazione che fa comprendere ciò che ancora si ostina a sfuggirci.

Riportare le seguenti domande su carta e rispondere ad ogni singolo stimolo:

 

Esperienza Non ho Potuto / Non Posso / Affinché Io Possa

 

1. Sento che nella mia vita non ho potuto...

1. Esempio (seguiamo sempre lo stesso esempio. Le risposte qui in corsivo sono tutte di una stessa persona).
Nella mia vita sento che non ho potuto sentirmi libera, buttarmi pienamente, avere quello che volevo, sentirmi piena, piena nelle relazioni.

 

2. Oggi, invece, sento che nella mia vita non posso…

2. Esempio: Nella mia vita sento che non posso sempre stare da sola, chiedere aiuto, stare come vorrei con gli altri, realizzarmi, avere l’affetto che vorrei, la casa che vorrei, vivere nella natura, non posso avere gli affetti vicino a me, non posso divertirmi sempre come vorrei.

 

 

3. Affinché io possa, in futuro, sento che deve accadere…

3. Esempio: Nella mia vita sento che affinché io possa in futuro… beh, deve accadere ovviamente che possa stare in pace con me stessa, sentirmi libera, piena, in grado di raggiungere ciò che voglio, deve accadere che dia tutta me stessa agli altri, riducendo il più possibile l’attenzione verso me stessa nelle cose banali.
Sì, sento, in estrema sintesi, che devo ancora risolvere il passato, per godermi il futuro. 

 

 

4. Scegliere qual è il minimo comun denominatore tra le affermazioni “Non posso” e “Non ho potuto”. Il risultato potrebbe essere molto vicino alla mia ferita.

4. Esempio: Non sentire mai fino in fondo Pienezza e Libertà, Sentire sempre Esclusione, Solitudine, Fatica, sentire sempre una mancanza da colmare, non potermi mai divertire come vorrei. In sostanza che io non sono abbastanza, e non faccio abbastanza, mai. 

 

 

5. Accetto che sentirò sempre che non posso davvero fino in fondo… Ma, sai che c’è? Non è più importante. Cosa provo ad assumere un tale punto di vista?

5. Esempio: E’ inutile dirmi che devo sentirmi in pace e libera. Non esclusa e senza fatica. E totalmente inutile credere che un giorno se mi sforzo abbastanza potrò NON Sentire mai più Esclusione, Solitudine, Fatica, e una mancanza da colmare, e non potermi mai divertire come vorrei.
Se non ci sono riuscita per decenni… non mi ci sentirò mai veramente, risolta.
Ma posso sorriderci e non più angosciarmi.
Perché la mia storia è anche la fonte di tutte le mie risorse. E’ molto utile dirmi che “non è importante” e che “non mi sforzi più”… tanto, libera lo sono già, e piena, anche se non lo sentirò mai veramente.

 

 

6. Cosa farei se mi sentissi come vorrei da sempre? Il problema vero, allora, emerge chiaramente: è nello smettere l’anelito, la smania e il desiderio antichissimo “che io un giorno potrò tutto ciò che non ho mai potuto” che io interrompo la catena e smetto di aspettare di non sentirmi come mi sento da una vita.

Il portato di questa esperienza è che posso trovare una strada terza, rispetto al “non posso” e alla lotta infinita per potere.

La strada è godersi ogni giornata fino in fondo, molto di più, rinunciando al grande risultato.

Quindi non mi chiedo: come risolvere il problema.
Mi chiedo invece con costanza e applicazione: se mi sentissi come da sempre vorrei, come mi comporterei? Che cosa farei che non oso mai fare?

E lo faccio. Punto. Un diritto non si negozia. Come un respiro. E allora tutto davvero cambia.

Pertanto:

Se mi sentissi davvero come vorrei, cosa che non succederà mai davvero e fino in fondo, vista la mia ferita… 

… (sempre seguendo l’esempio di prima)…se mi sentissi davvero come vorrei, cioè in pace con me stessa, sentendomi libera, piena, in grado di raggiungere ciò che voglio…

Cosa farei che non oso? Come mi comporterei?

… darei tutta la mia energia agli altri, riducendo il più possibile l’attenzione verso me stessa nelle cose sempre uguali, che mi riportano solo alla mia ferita. 

Cos’altro? Cerco di scrivere tutto, proprio tutto ciò che desidero anche se mi fa paura e mi sento esclusa.

Basta col RISOLVERE il sentirmi mancante, insoddisfatta, inadeguata. Adesso capisco il paradosso. Lo vedo chiaramente che mi ci sentirò sempre un pò. E non sarà mai vero. Per cui non fa niente. Posso smetterla di dargli attenzione e farmi risucchiare energie!

  

7. In conclusione, quale Piacere, Passione, Coinvolgimento, Significato, sviluppo nella mia vita? Che fino ad oggi -preso dalle mie solite dinamiche non avevo energie per sviluppare?

Questo conta oggi.

Allora il problema diventa come fare a stare nel benessere e non come risolvere il malessere.

Ogni volta, invece, che torneremo a voler risolvere il malessere, rinforzeremo il malessere.

Esempio: E’ vero. Adesso sento che non vedo l’ora di stare in pace e coinvolta. Sento un bel respiro. Ed è così. Posso mettermi lì e curare, organizzare momenti di completo relax e svago. I mei famosi interessi! Adesso sì che sento entusiasmo!

 

Nella danza della vita, la verità finale è che conta molto di più e c’influenza enormemente lo scopo corporeo-emotivo-concreto- con cui ci immergiamo ogni giorno nel balletto di questa specifica successione di alba e tramonto. Non i problemi che non risolviamo mai.

E possiamo esserne inconsapevoli, e tirare avanti trascinando i nostri umori verso le solite sensazioni di impasse, oppure rinunciare alle domande sempre uguali ormai senza più alcun senso.

Ed è una notevole sensazione di piacere e libertà, quella che ci aspetta.

 

 

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