Sostituire i Pensieri

Se hai passato decenni preoccupato.
Se questa è la tua verità.
Se invece la fatica ha sempre fatto parte di te.
Se sono le paure le tue compagne di una vita.
Se farcela.
O se invece è non riuscire mai ad essere soddisfatta.
Se ogni volta che raggiungi qualcosa non è mai piacevole come t’aspettavi.
Se questo è.
Puoi solo sostituire i pensieri.
Ma lo fai già da una vita.
Ti sforzi da sempre di andare in direzione contraria.
Di avere qualcosa che ti prenda e ti distragga.
Allora? Allora devi capire come si fa.
E che cosa si fa esattamente.
Non si sta nella contrapposizione.
Non si sostituisce contro.
Ci si lascia andare.
Si accetta che sempre così sarà.
Si smette qualcosa.
Un avvicendamento.
Una contrapposizione.
Una tensione.
E poi mille tensioni.
Si cambia posizione.
Con tutto se stessi.
E così. Come d’incanto.
Si trova dentro. Anziché fuori.
Si sente un tonfo dentro.
Di pacificazione.
Di leggerezza.
Inizio allora a frequentare altre zone di me. Altri pensieri. A illuminarmi per qualsiasi piccola cosa.
Un libro sempre alla sera.
Un articolo.
Un video.
Una ispirazione.
Un piccolissimo progetto.
Ma inizio così a sostituire i pensieri completamente.
Come abbiamo raccontato in Scatenare L’Inverno.
I pensieri diventano immagini interne. Che ci emozionano diversamente.
Altrimenti i pensieri da soli niente fanno.
E tu qua stai.
E io qua sto.
Ah.
Se io non accetto e non cambio l’arredamento interno, la casa luce non prende.
Strega comanda colore.
Luce illumina il cuore.
Che posso fare?
Solo sentire diversamente.
Solo cambiare percezione.
Solo occuparmi d’altro.
Non risolvere più.
Saluto qualcosa.
Dismetto i miei panni.
Il mio stile, i miei atteggiamenti.
Bye bye.
Inizio a vedermi chiaro da ora.
A spegnere per sempre la televisione.
E me lo ricordo.
Scusa, è la 1432esima volta che ne parliamo. Basta.
Lo so che non possiamo non parlarne.
Eppure.
Mi rifiuto.
Qualcosa accadrà.
Ma ho capito che sbaglio.
Anche se non so che cosa sarà.
E’ paradossale, ma è così.
Ciao.
Ciao.
Scusa, ma se vuoi vedermi, facciamo qualcosa di diverso.
Andiamo in quel posto dove si gioca. Come i bambini nelle palle dell’Ikea.
No, non scherzo.
E’ che ho bisogno di cambiare schema.
Abitudini.
Pensieri.
Se vuoi ci iscriviamo insieme a quel corso. Andiamo a quella presentazione di libro.
Ma io ho smesso di parlare sempre delle stesse cose.
O di mangiare senza dirsi niente.
Anzi, ho smesso di parlare.
Di quello di cui mi occupavo prima. Di ciò che risolvevo prima.
Non me ne frega più nemmeno un beneamato.
Ho sostituito i pensieri. Con immagini interne. Che mi emozionano.
Ho capito. Che è tutto qui. Nel seguire le immagini vere che ci animano.
Oh.
Ecco.
Ah.
Già.
Va bene.
Va bene?
Certo. Mi piace.
Davvero stai dicendo.
Sì, sì. Mi piace.
Chissà se tornare a vedere l’alba a Camogli, ci riporti anche a quell’età meravigliosa in cui.
Dai, ti ricordi?
In realtà solo vagamente.
Ma appunto, riproviamo.
Tanto qui.
Appunto.
A che ora partiamo?

 

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