Svelare il proprio segreto, in terapia è tutto. Non si fa altro. Di segreto in segreto. Fino ad arrivare alla vera profondità.
Le persone, ovviamente, non lo chiamano così e non ne sono consapevoli, non sanno di averlo. E’ un dono del lavoro su se stessi. Uno dei più preziosi.
Ma come si arriva ad incontrare il segreto, in terapia? A volte, è vero, i clienti si presentano con un classico segreto da svelare. Ma non è ciò che trattiamo oggi. Il segreto è tale quando viene per prima cosa svelato a stessi. E solo poi, agli altri. (Tra l’altro, anche quando le persone hanno un classico segreto, quale una relazione extraconiugale, quello non è il vero segreto, è il sintomo. Mentre la vera dinamica che c’è alla base, risulta poi essere il segreto svelato a se stessi).
Materialmente, il segreto appare così, en passant, fugace e semplice:
Sai, il problema vero di mio fratello è che disperatamente cerca di dimostrare che vale, ma sente che non è per niente vero.
E il tuo?
Il mio cosa?
Il tuo problema vero?
Ah, io non lo so. Sono qui per scoprirlo.
Sicuro che non lo sai?
Beh, sì.
E tuo fratello, cosa direbbe, di te?
Non glielo chiederei mai.
Ecco come si struttura, in ogni terapia, il dialogo che ci porta a qualcosa che sentiamo dentro e che poi fa capolino.
Dei nostri fratelli, o genitori, degli altri in generale, sappiamo vedere bene qual è il segreto. È su di noi che ce la raccontiamo. Per cui, dirsi e ammettere il proprio segreto (e a volte ha funzionato chiederlo proprio al fratello…), è la strada.
Alla fine emerge bello chiaro. Magari in versioni successive.
E allora a quel punto scatta l’esperienza che proponiamo ai nostri clienti e che qui spieghiamo nel dettaglio.
Che cos’è il segreto? Proviamo a definirlo per chiedercelo:
Qual è quella convinzione che credi non si veda e invece è molto chiara, evidente a tutti coloro che ti incontrano?
Non è chiara nella forma, vale a dire che le persone in relazione con noi non sanno dire chiaramente se la questione è che non crediamo in noi oppure che ci sentiamo in colpa, ma è chiara nella sostanza: le persone sentono se noi siamo quella cosa lì e sentiamo e viviamo quella cosa lì. Poi sta alla sensibilità di ciascuno saperla individuare e trovare le parole per descriverla.
In ogni caso, quel che qui interessa è che ciascuno per se stesso riesca ad individuare tale segreto. E soprattutto ammetta che si vede. Perché si vede sempre.
Questo è il punto che riapre la vita alle persone in terapia. L’ennesimo punto-spunto.
1) Si inizia con una lista, da riempire a casa, ritornandoci più volte, con tutta l’attenzione del caso, stilando l’elenco di tutte le proprie convinzioni-ferite su di sé: paure di…, rabbie per…, ingiustizie subite, sensazioni di dolore emotivo, di inadeguatezza, e quant’altro ci abbia fatto soffrire da sempre e alla fine ci ha portato a farci aiutare.
2) Poi, per verifica, ci si chiede: qual è quella cosa che non vorrei mai che si vedesse? E’ una sola? Sono diverse? E’ la stessa da sempre o è cambiata? E dopo averne presa nota, vedo se era già nell’elenco.
3) Al termine, si individuano insieme, in terapia, le più profonde tra quelle indicate.
4) E infine, si sceglie quella che probabilmente regge tutte le altre, che dipendono da questa. Se non riusciamo a trovarla, scegliamo quella più emotiva, significativa, per noi.
Da qui il compito, la consegna: adesso vai in giro almeno 1 mese con la sensazione presente a te stesso di avere un post-it (solo immaginato, per carità!) sulla fronte con su scritto il tuo segreto.
Cosa succederebbe se tu materialmente lo avessi davvero, sulla fronte?
Che cosa?
Un post-it, lo abbiamo detto.
Oh mamma. Davvero?
Sì. Con su scritto: sono convinto da sempre che non ce la potrò mai fare.
Beh, morirei di vergogna. E’ una vita che tento di risolverlo.
E nel frattempo?
Nel frattempo cerco di nasconderlo.
Ecco, benvenuto alla verità: si vede. Si vede da sempre. In tutti noi. E ciascuno di noi mostra questo suo segreto a tutti e comunque. Quindi anche tu.
Tu l’avevi visto subito, di me?
Vuoi che ti dica di no?
No, voglio che tu mi dica la verità.
Avevo visto subito come tutti che tu avevi un segreto. Che andava dal non credere in te al non potercela fare. Ma era evidente.
Ah, grazie.
Perché traspare. Sempre. In ogni minima occasione.
Per questo, immaginare di avere visibile il segreto stampato sulla nostra fronte è un’esperienza che ci illumina e libera. Perché va nella direzione opposta alla fuga e al non voler vedere, e ci dà una lezione che è una botta incredibile e che non dimenticheremo mai: il benessere è dall’altra parte. E’ nell’accettare e mostrare e ammettere e condividere quel che c’è, perché lo abbiamo tutti. Non è nascondere e risolvere nel frattempo. No. Perché non è vero ‘sto segreto. È un’ossessione. Una convinzione e illusione caratteriale. Di contrazione e di liberazione. Sono due tipi classici di illusione secondo la bioenergetica. Ogni carattere le ha. Le trovate qui, descritte.
Cosa succede se pratico questa via dell’accettazione totale e incondizionata e senza appello, dell’accettare così esplicitamente che il mio segreto si vede da sempre?
Che le nostre paturnie appaiono finalmente per quello che sono: suggestioni di una vita. E si sciolgono come bombe d’acqua al sole. Bolle enormi e pluridecennali, che esplodono in un fragore liberatorio e in un immenso sollievo.
Vediamo al punto successivo, esempi chiari delle conseguenze di svelare il segreto:
Svelare il segreto apre la porta a vere e proprie rivelazioni preziosissime su di sé.
Continua la lettura. Le 10 Rivelazioni del Segreto.
Le 10 Rivelazioni del Segreto
- Falsità caratteriali.
- Voci antiche introiettate.
- Accettazione Incondizionata.
- Rinuncia ad agirle.
- Fuori dalla paura.
- Senza più vergogna.
- Al di là del Senso di Colpa.
- Non sentire più il senso di impotenza.
- Non entrare più nella mancanza di sicurezza di sé.
- Non soffrire più della rabbia esplosiva.
Riepilogo:
Svelare il Segreto
Le 10 Rivelazioni del Segreto
Come Liberarsi del Segreto in 10 Passi
Uscire Finalmente dal Segreto
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