Leggerezza Profonda: 20. Ti Ringrazio Perché

 

“La Felicità è come la verità:
non la si ha, ci si è.
Per questo nessuno che sia felice
può sapere di esserlo.
Per vedere la felicità ne dovrebbe uscire.
L’unico rapporto fra Coscienza e Felicità
è la Gratitudine”
Theodor Adorno 

 

 

Un altro dono della progressione è riconoscere di che cosa siamo grati.

Noi siamo ciò che siamo grazie alle difficoltà che gli altri e le cose della vita ci hanno costretti a superare. E non “nonostante” loro. Questa visione rivelatoria e travolgente delle difficoltà ha mutato drasticamente il mio destino e quello di moltitudini di persone davanti ai miei occhi.

Perché è molto vera.

Quindi, rilevare i pregi derivati dalle azioni che molte persone hanno commesso ai nostri danni -oppure di tutte le prove e i traumi che ci sono capitati, fa lo stesso- è un atto di profondo riconoscimento della verità, delle esperienze, dell’evoluzione personale. E poi –tout court- è un confronto diretto, senza scampo, con i pregi e i difetti di queste persone, famigliari, o amanti, o colleghi, o con gli accidenti, le brutte cose e i lutti improvvisi che hanno disseminato la vita e ci permette di ringraziarli di cuore. Ci catapulta dentro la vitalità e ri-sblocca l’energia, che è la chiave di tutta la faccenda.

“Tu –proprio tu- sei stato immensamente stronzo con me. Oppure tu vita sei stata incredibilmente crudele con me, facendomi capitare questo, questo e questo. (Elencare nel dettaglio). Ciò mi ha provocato una serie di conseguenze di cui oggi ti ringrazio. Una marea di ferite e un’altrettanta serie di pregi assoluti che quelle stesse angherie mi hanno fornito direttamente oppure permesso di evitare, lasciandole fuori dal mio modo di essere, proprio perché le ho viste in te e subite da te”.

 

A volte, ovviamente, si tratta di qualcuno che mi ha trasmesso solo cose belle.

E anche in questo caso, non ci fermiamo mai a ringraziare, mentre farlo ci dona una gioia immensa, pulita, ricchissima proprio perché frutto della riconciliazione.

Ma in molti casi no, non ci hanno fatto del bene.

E va ottimamente così.

Questo è il senso della gratitudine. Qualsiasi cosa occorsa va benissimo e possiamo solo ri-condividere con gli altri intensamente quel che abbiamo imparato. Ci permette di superare all’istante blocchi, lamentele e alibi infiniti con noi stessi pur di non vivere serenamente.

Perché noi ci piacciamo molto, in realtà. Proprio per tutte le difficoltà che siamo riusciti a superare e per le qualità che mettiamo al servizio di noi stessi e del prossimo. E non abbiamo altro scampo alcuno: solo piacendoci e accettandoci stiamo nel solco naturale a noi preposto.

Ricordate? La natura ci regala le difficoltà della vita per metterci alla prova e selezionare la specie: più le superiamo e più la specie è migliore e lei è contenta, quindi occorre esserne lieti anche noi. Lieti vuol dire leggeri –ed è proprio ciò che spesso non siamo.

Occorre allora scrivere alle persone che sono state e sono significative nelle nostre immagini ed emozioni interiori, nel bene e nel male. Lettere che non invieremo mai -se non in casi particolari e comunque mai in quella forma- ma che cambiano i rapporti con loro, in profondità. Servono solo se inviate dentro di noi. Sbloccano situazioni.

Se siamo grati, significa che non siamo più ai margini del deserto nel quale ci siamo sentiti costretti proprio da loro. Eccolo il segreto, tutto qui:

“io ti ringrazio di ciò che mi hai fatto. (Oppure ringrazio l’universo di questa botta tremenda che mi è arrivata). Perché mi hai permesso di scoprire, imparare a valorizzare questi aspetti incredibili che oggi mi riconosco”. Punto.

E se non ci fossi stato tu, ci sarebbe stato qualcun altro, qualcos’altro.

 

Pulisce definitivamente la nostra vita dalle confusioni, indecisioni, ritorsioni, auto-sabotaggi e così via.

Per cui ti visualizzo mentre ti ringrazio e sto a contatto con te. E ti passo un’energia trasfigurante in forma di energia, di luce. Immagine dove tu stai benissimo grazie a me.
Oppure, nel caso di trauma o lutto o incidente, mi immedesimo con tutto me stesso a donare questa stessa luce di cui sono grato -per la lezione che ho imparato- a chiunque incontro. Nell’immaginazione e nella realtà, sentendomi sempre aperto e connesso a quella persona che in origine mi ha fatto del male, o a chiunque dopo il trauma che mi è occorso, partendo dai miei cari.

Se non abbiamo più niente da dirci, al termine del ringraziamento vedremo questa persona allontanarsi naturalmente da noi o noi da lei. Altrimenti, sentiremo che il rapporto fa un balzo in avanti e in profondità. Per esempio quella persona ci telefona dal nulla e ci dice cose inattese e di segno completamente opposto. E’ capitato innumerevoli volte, nella pratica della gratitudine.

Quindi:

a) prendo un foglio e scrivo in alto il nome della persona che evidentemente mi si presenta dentro perché c’è ancora qualcosa in sospeso con lei e scrivo immediatamente sotto: “Ti ringrazio di tutto, proprio di tutto”

Dev’essere un atteggiamento definito e un gesto simbolico: “Ti ringrazio in modo definitivo e Per Sempre, senza mai più tornare ai sentimenti negativi del passato”.
(Aggiungo questa formula per iscritto prima di continuare).

In alternativa, descrivo nei particolari e con emozione una situazione che considero invalidante della mia vita e che non riesco a lasciarmi alle spalle. E scrivo con partecipazione che ringrazio qualsiasi aspetto mi sia occorso. Se questo è più il mio caso è non una situazione relazionale, continuo a seguire questo esempio anche nei prossimi punti.

b) elenchiamo le sue doti (partire dalle sue doti non mi sarà facile ma è necessario e fondamentale)

c) i suoi aspetti disastrosi

d) le azioni che ha compiuto nei nostri confronti. Se del caso: tutto ciò che consideravamo il male. Tutto, rigo per rigo. E sottolineiamo come questo ci abbia reso migliori, non peggiori.

A volte non è così evidente, ma attenzione: c’è sempre un lato positivo, un apprendimento, una crescita importante derivata dal danno che quella persona ci ha fatto.

Anche solo dal motivo per cui ci abbia potuto fare del male in modo così gratuito -che in alcuni casi non capiremo mai e piangiamo nel ricordarlo mentre scriviamo: quale dono più grande, visto che adesso ne siamo usciti, sapere che cosa si prova a ricevere così tanto male. Ci ingiunge di essere sempre il contrario. E non lo dimenticheremo mai.

e) Proviamo poi a sintonizzarci con profonda concentrazione sullo spirito giusto; caliamoci in una preziosa simulazione: ritorniamo ad una situazione della nostra vita recente o stra-passata entusiasmante e riviviamola come se fosse oggi. Totalmente.
Quindi chiediamoci che senso ha star lì a “non dimenticare” tutto il male subito!? Serve solo a tenersi dentro una sacca di veleno, in realtà pieno solo di alibi bloccanti.

Basta.

Ecco: il piccolo miracolo di questa operazione è che vale SOPRATTUTTO al contrario:

  • io prima ti ringrazio e ti lascio lì nel passato riconciliandomi con te completamente…
  • …e dico “basta per sempre” al pensarti male e con tensione, mentre mi predispongo col cuore finalmente lieto …
  • …e dopo arriverà la mia vita piena, godermi la famiglia come desidero, i figli, e il lavoro nel modo che merito e che altrimenti non arriverebbe mai.

Funziona così, funzioniamo intimamente così, non come pensavamo. Funzionano così i film, i romanzi e le storie vere.

Mentre noi ci ostiniamo a ritenere che bastino figli e responsabilità affinché automaticamente stiamo bene e in pace con il mondo. Ma và. Noi siamo:

immagini+emozioni=storie.

E occorre lavorare prima di tutto dentro se stessi, per ricostruire la verità della propria storia.

Si può iniziare con qualcuno con cui abbiamo solo questioni positive, ringraziamenti reali e vedere come ci sentiamo dopo aver scritto la lettera.

Poi la possiamo scrivere per chi ci ha messo -diciamo cosi- duramente alla prova. C’è sempre, nella vita di ciascuno di noi, qualcuno difficile o qualche situazione terribile.

Ecco: il principio della progressione è che questo individuo o questo trauma è stato messo lì per farci superare una difficoltà e adesso siamo migliori proprio per questo. Quando capiamo questo elemento imprescindibile della vita, allora è fatta: la via del benessere interiore e della riconciliazione ci appare in tutto il suo immenso valore. E possiamo lasciare finalmente andare e goderci la vita.

Altrimenti, come sarebbe possibile -per le persone con gli svantaggi fisici e sociali peggiori dei nostri e le loro famiglie- avere nello sguardo la luce bellissima che emanano? Certo non tutte. E perché non tutte? Solo perché non in tutte c’è “gratitudine a prescindere” e rappacificazione. Non c’è l’accettazione necessaria per stare finalmente bene. E si può capire, non è facile.

Ma è molto più facile da comprendere per chi non ha alcuna malattia grave, ma si rovina la vita da solo, si tormenta su ciò che non ha e su rivendicazioni di qualsiasi tipo.

 

Prendiamo il caso di Lizzie Velasquez. Per favore, guardate questo video e ditemi se non va proprio in questa immensa direzione.

Entusiasmante, riconciliante, arioso. Non credete? In questo video, in questa sua storia, c’è tutta la chiave dell’immane potenza della gratitudine.

f) Allora, quando sentiamo che abbiamo finito di scrivere, anche se ci costa un sacrificio enorme, rileggiamo dalla prima affermazione: “ti ringrazio di…” e riconsideriamo il primo rigo, il primo motivo per cui ringraziamo questa persona. E se non l’abbiamo scritto di getto, aggiungiamo: perché…”; Poi di nuovo, altro rigo: “ti ringrazio di…” “perché…”; e così via… con tutto il carico emotivo che comporta.

E quando rialziamo il capo dalla lettura, iniziamo a sentire la forza interiore incredibile di questa posizione di vita. Che ci porta a sentire che una forza potente, in forma di sola energia e che si chiama gratitudine, esce letteralmente dal nostro centro del corpo e si irradia tutto intorno. Sempre. Ogni giorno.

g) Infine, ci concentriamo sul nostro reale intento e cerchiamo con tutto noi stessi di sentirlo mentre ci trasforma lo stato d’animo: ringraziare davvero, e fare in modo che ciò pervada la nostra vita, questo è il grande segreto per star bene, non vuol dire materialmente comunicare un grazie a qualcuno. Significa immaginare di donare benessere intenso e infinito dentro di noi prima alle persone care e poi a chiunque.
E constatare come e quanto interiormente riusciamo a trasmettere letteralmente questa luce da noi agli altri, fino a sentire che grazie a noi, dentro di noi, queste persone stiano bene, benissimo, magnificamente bene.

Siamo tornati sul processo intero e lo abbiamo descritto nel dettaglio in: “Ringraziare la Ferita. 

Chiudiamola definitivamente con i lamenti, con gli alibi e con le situazioni bloccanti
(“da quando l’episodio X mi ha rovinato la vita…”. “ lo so che devo darmi una mossa, ma non so da dove cominciare…”).

Noi siamo al mondo per procreare fin dall’età di 14 anni, e la natura ci manda un corredo di difficoltà tramite persone con cui veniamo a contatto. Più le superiamo più la specie è migliore.

Lamentarsi è contro natura, subire è contro natura, fermarsi è contro natura. Ringraziare ci fa crescere. Mandare a chiunque luce e benessere ci fa molto bene. Punto.

Se siamo di carattere poco portati ad ammettere che chi ci ha fatto del male ci ha formato- allora significa che siamo oltremodo rigidi, bloccati, orgogliosi. E vuol dire che di questo processo di ringraziamento ne abbiamo oltremodo bisogno. Altrimenti continueremo a prendere muri in faccia.

L’aspetto liberatorio del ringraziare sempre e comunque è l’andare avanti. Definitivamente e in modo pulito, responsabile, maturo e profondo.

Se non lo faccio, incredibilmente, mi ritroverò sempre con qualche “stronzo” che mi insegue. Oppure con qualche ricaduta in infortuni e sfighe variamente combinati.  “Come mai?” –ci chiederemo. E i nostri amici ci diranno: “Ma se te li vai a cercare, gli stronzi!”.

Di casi esemplari ne vedo davvero tutti i giorni: incontro persone con malattie psicosomatiche gravi. Oppure con disturbi al limite del rischio di vita.

E sono solo sintomi: a noi due, in studio, e nelle terapie di gruppo, appare chiarissimo che quella malattia è lì a ricordarci che c’è qualcosa che non vogliamo accettare, non desideriamo superare realmente, o non sappiamo come fare, oppure ancora non crediamo più di poterlo fare, abbattuti e sconfortati.

Ma coloro che aderiscono alla sola prospettiva del Ti Ringrazio Perché e comprendono al volo il cambio di prospettiva che comporta, escono dallo studio trasfigurati, stracolmi di energia e pronti di nuovo alla vita vera ed entusiasta. La sola che abbiamo tutti a disposizione.

 

Continua la lettura, con il dettaglio di come funziona il processo di ringraziamento. Vai all’approfondimento: “Ringraziare la Ferita”

 Articolo Correlato: “La Legge della Progressione”

Vedi il video sul caso di Lizzie Velasquez. Per favore, guardate questo video

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Riepilogo:

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