Tu ti stai nascondendo qualcosa
Qual è la Tua Emozione Chiave?
Senza emozione, è impossibile trasformare
le tenebre in luce e l’apatia in movimento.
Carl Gustav Jung
L’Emozione chiave regge l’azione chiave, che rinforza l’atteggiamento chiave.
Individua la “leva” della vita, almeno in questo periodo, come punto di sblocco per nuove azioni e un atteggiamento rigenerato, finalmente, e molto più naturale e capace di realizzare tutto il potenziale vitale.
Perché poi, il nostro carattere, questo fa: limita la nostra vita, abbassa l’intensità, la soddisfazione e il punto d’arrivo, condiziona l’espressione e la realizzazione.
Quando trovo la Chiave, sento proprio un triangolo semplice, magico, che sorregge il mio respiro, e mi sostiene:
Emozione
Atteggiamento
Azione
Ogni Emozione è sempre alla base di un’azione che alla lunga traccia un atteggiamento.
Vi è successo, vero, di incontrare qualcuno che è “talmente dentro” solo e soltanto ad un’emozione, da avere ormai la bocca amara?
Oppure, appare completamente ingrigito precocemente?
O con delle occhiaie e una fatica frutto di una costellazione di decenni e decenni?
In questo modo agisce, in negativo, l’Emozione Chiave.
Dice Alexander Lowen, invece, per la rabbia intesa in positivo:
la Rabbia è l’emozione che guarisce.
Nel nostro lavoro di psicoterapeuti Bioenergetici, in modo molto diverso da ogni altra terapia classica, ci troviamo spesso a dire: “Cerca la Chiave”.
Anche in Analisi Transazionale facevamo lo stesso. Anna Rotondo, la nostra maestra, ci diceva:
“Ogni volta che vedo una persona per la prima volta, mi chiedo: dov’è il buco? Nella vista? Nella sua storia? Nelle scelte? Nel suo modo di parlare? Può essere qualsiasi cosa. Che cosa rimuove? Di che cosa non è consapevole?”.
E oggi, in più, con la Bioenergetica, io e il cliente che ho di fronte, abbiamo più chiavi e attenzioni e indizi emotivi, posturali e corporei da studiare.
L’esito e la parabola della terapia di questa persona, dipenderà dalla consapevolezza di tali elementi. Lowen vuol dire proprio ciò che qui sottolineaiamo soltanto:
…o sei consapevole della tua rabbia, ne fai un meccanismo di sblocco per andare verso i tuoi obiettivi con tutto te stesso e in profondità, con assertività colma di energia, e apertura totale e mai più contro nessuno,
…oppure -se scegli invece di esprimere la tua rabbia in modo automatico ed esplosivo…
…farai solo disastri e ti ritroveari soltanto con le macerie e i ruderi della tua vita di prima.
L’emozione è infatti il cardine di sblocco delle impasse ripetitive che hai da sempre. E l’Atteggiamento che si basa su questa verità, diventa più vero e naturale, pulito e diretto. E l’azione fiorisce spontanea e conseguente.
Le domande da chiarire sono presto dette:
ma per emozione chiave si intende quella risolutiva, positiva per me, o quella negativa in cui sono impantanato da decenni? Quella che non so affrontare?
Possono essere entrambe.
Di solito, è quella che ti rifiuti di affrontare, che rimuovi, positiva o negativa che sia, ma che non ti permetti.
Viene detta Emozione Chiave perché:
A. tutto ruota intorno ad essa da troppo tempo nella nostra vita
B. Diventa la porta principale per sbloccare tutto il giro delle emozioni che non ci concediamo mai completamente.
C. Permette, una volta accettata e sentita in profondità, di tornare a trasformare l’umore e a ripartire in modo molto più pieno e vero. In modo da permetterci di fare ‘tutto il giro delle emozioni’. Vale a dire aprire la porta a sentire anche tutte le altre.
D. Rimette in circolo tutto l’entusiasmo e la linfa vitale soppressa, o accantonata, o raffreddata oppure mai sviluppata pienamente.
Per me, ad esempio era la paura. A cui non dovevo più trovare rimedio, ma accettare che non sarebbe cambiata.
Ecco la chiave- mi dissi un giorno.
Da lì ho dovuto trovarci una metafora per conviverci, un atto simbolico e un’immagine più veritiera e realistica di me. Tutti e tre questi elementi, li vediamo di seguito, in altri punti dedicati.
Ora vediamola in faccia questa emozione. Alcuni la chiamano preoccupazione ricorrente. Altri sensazione di incapacità, o non completezza, adeguatezza, o non sentirsi mai degno, oppure sbagliato, rifiutato, ecc.
Ma per qualcuno può essere semplicemente la gioia. Non mi concedo la gioia come potrei, non so sussultare, tutto è piatto e non riesco più ad emozionarmi per niente.
Anche per me, come per tutti, l’atmosfera finale, il punto d’arrivo, era ed è la gioia, leggerezza e coinvolgimento sano e salutare, ma prima dovevo fare i conti con la paura che mi ostacolava in questa pienezza.
Per altri ancora è una sana tristezza per qualcosa di impossibile, come un amore totalizzante e magico, infantile, che inseguo da troppo tempo e che posso solo salutare.
Ed accettare che non arriverà mai perché innaturale.
Oltre a realizzare che ho passato una vita a cercare qualcosa di impossibile.
E se non ci provoca almeno un po’ di sana tristezza, adulta e matura, come possiamo arrivare al punto di svolta?
Stai con questa tristezza allora, in modo sano e profondo. Fino a che una mattina, sentirai che naturalmente, un’emozione diversa, un sollievo o una rabbia di reale determinazione e liberazione viene a trovarti, per ritornare a vivere intensamente.
Di solito, al fondo, questa sensazione assume le sembianze di una delle 4 emozioni fondamentali: rabbia, gioia, tristezza e paura. Ma prima che si disvelino per quelle che sono, indossano gli abiti di sensazioni più sottili e cangianti, multiformi e complesse.
Il caso di Tamara rende bene la trasformazione dell’emozione chiave e il cammino di emancipazione che permette.
Per il primo periodo di terapia, per lei l’Emozione chiave è stata la fragilità, incertezza, timore, insicurezza. Vale a dire semplicemente paura. Accettata questa e non più celata o compensata… e soprattutto dopo aver collegato da dove veniva, cioè da una mamma narcisista che non l’ha mai vista, nemmeno per 1 istante, per come era, bensì usata per i suoi bisogni di sentirsi al centro dell’attenzione…
… alla fine, Tamara ha passato diversi mesi nella tristezza e nell’accettazione incondizionata di questa sua situazione per niente invidiabile.
Ciò tuttavia ha scatenato l’azione preziosa di accettarsi completamente, a testa alta, e le ha cambiato l’atteggiamento, molto più maturo e consapevole quindi molto più sicuro di sé.
Col tempo, l’emozione chiave si è trasformata in:
Rabbia, determinazione, energia ogni mattina, assertività e pulizia dei gesti, verso i suoi nuovi obiettivi risoluti e pieni di affermazione per sé, azioni più dense e incisive e infine un atteggiamento più energico e deciso.
Quindi sì, come si vede, l’emozione chiave si evolve e si trasforma a seconda del giro naturale dei sentimenti che proviamo.
Mentre prima, nei mesi precedenti, Tamara svolgeva questo lavoro su di sé in modo ancora troppo intellettuale, perché ancora rifuggiva il dolore dell’accettare una tale ingiustizia, mancanza, abbandono. Pensateci. Dover accettare di ricordare, per tutta vita, e dire al gruppo di terapia, che va bene così:
“Io so cos’è la sofferenza, l’empatia, il rispetto. E mi viene dall’essere stata completamente ignorata. Totalmente. Inesorabilmente. Come sapete, all’inizio non è stato facile entrarci ogni volta e parlarne. Ma ora ringrazio Iddio di averlo fatto! Ora, accettarlo, ho capito, che ha diversi livelli. Fino in fondo in fondo, non lo volevo ancora fare. Adesso sì. Più accetto gli aspetti terribili della vita, costi quello che costi, più mi aprirò alla verità e alla gioia totale.
Abbiamo visto come il malessere è spesso il blocco nella paura, perché ovviamente non è affatto piacevole.
Ma se si riparte dall’esplorazione di questa sensazione di sentirsi freezzati e inadeguati, è destinata a tornare a trasformarsi nella rabbia reattiva prima, nella tristezza per ciò che abbiamo perso negli anni in cui siamo stati bloccati e impauriti, ed infine nella ritrovata gioia assoluta.
“Togli il bambino dal freezer”
…dico allora spesso, scherzando, ai miei clienti. Intendendo proprio questo:
permettigli di tornare a lasciarsi guidare con sicurezza da ciò che -di emotivo e corporeo- lo porterà dove è destinato ad essere.
Tanto, sempre alla gioia si arriverà.
Ma, nel cammino, ognuno ha le proprie incrostazioni da pulire.
E’ questo ciò che intendiamo per riattraversare Tutto il Giro delle Emozioni.
Certo, per molti è la gioia tout-court.
Ma altre volte è semplicemente l’allegria, la sdrammatizzazione, l’ironia e la fiducia nel bello delle cose, la grande assente della nostra realtà quotidiana. E allora va solo di nuovo instillata, in modo massiccio oppure goccia a goccia, nelle nostre fredde giornate invernali. Si veda a questo proposito il racconto di questa esperienza in “Scateniamo l’Inverno”. E’ una fotografia esatta di questo periodo.
“In una seduta -ho detto ad una cliente- adesso ti fotografo. E così ho fatto. Ho preso il cellulare e poi le ho mostrato le foto del suo viso nel pianto irrefrenabile: questo è il livello della disperazione totale e straziante che tu vivi e comunichi. Ne sei consapevole?
E ti sembra adeguato a ciò che stai vivendo? Oggi sei una persona preziosa per chiunque entri in contatto con te, fai una vita per certi versi stravolta in positivo, rispetto a ciò che vivevi solo 1 anno fa. E sei invece consapevole che questo dramma continuo è SOLO interiore e A PRESCINDERE, lo stesso da decenni, senza alcuna relazione con la bellezza che potresti vivere? E tu continui a portare in terapia episodi insignificanti che dici portarti ad un livello di pena gigantesco? Ancora? Allora, la domanda è una sola: ti vedi ora da fuori? Vuoi uscirne? Vuoi sdrammatizzare? Tu per prima? Oppure cosa vuoi fare? Dove vuoi stare?”.
Questo è il lavoro che si compie in terapia sull’Emozione Chiave.
Perché una flebo di felicità al giorno è proprio ciò di cui abbiamo bisogno.
Vediamo ora esempi concreti di come trovare la Propria Emozione Chiave.
Vi va?
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Visione Radicata: 35. Come Trovare l’Emozione Chiave
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Si veda a questo proposito il racconto di questa esperienza in “Scateniamo l’Inverno”. E’ una fotografia esatta di questo periodo.