Non si finisce mai di accettare.
Ogni reale progressione è Accettazione.
E ci permette di ri-accettare ancora e ancora ad un livello diverso.
Facendoci così sentire concretamente depositati un passo in avanti.
Con una consapevolezza diversa, più ricca, più riconciliata, sistemata.
Per poi ri-andare avanti, “normalmente”, che ci sembra così strano persino pronunciarlo: normalmente.
Eppure.
L’accettazione è vivere da dentro.
E da dentro affrontare tutto finalmente come viene.
Da “devo assolutamente risolvere” a “posso serenamente accettare” c’è tutto un creato di sensazioni diverse. Opposte. Rigeneranti.
E’ ribaltare tutto davvero senza la sensazione che ce la stiamo raccontando. E che mai più troppe situazioni si ripetano.
E’ ritornare alla danza allegra e tutto sommato leggera, contro ogni pronostico, anziché rituffarsi nel parossismo frenetico della soluzione. Di che cosa poi? Non lo sappiamo neanche più.
Accettare è seguire quell’intuizione, la quale, collegando consapevolezze diverse, ci porti dritti al Punto, quello vero. E ci fa dire: ah, ecco. E da lì: ci posso stare. E’ così, va bene, accetto e non reagisco.
Accettare è Non Agire. Ma è sentire Che Cosa Non Agire, di simile o sempre uguale delle nostre solite dinamiche.
E ammettere dall’altro lato che altre sensazioni-reazioni faranno sempre parte di noi.
Sempre da dentro, emozione dopo emozione, relazione dopo relazione, accapigliamento dopo accapigliamento.
Ok, da oggi provo così. Accettiamo anche questa.
E così via. Di accettazione in accettazione.
E di respiro in respiro.
E’ solo in questa china di affanni successivi e ri-connessioni improvvise che si cresce.
Solo così, anima mia.
Alcuni passi concreti su come si fa materialmente a praticare l’Accettazione Incondizionata, li abbiamo inseriti nel punto successivo:
Accettazione Incondizionata: 36. La Pratica di Accettazione
Per tutti gli altri punti:
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