Partire è vincere una lite contro l’abitudine.
Paul Morand
Funziona proprio così. Lo diciamo spesso in terapia. Si parte per uno stato d’animo, non per un Viaggio.
Lo si sposa. La vacanza si presta bene a questa condizione. Rappresenta proprio il mutamento di stato che occorre scegliere per star meglio, all’interno di un cammino di sviluppo di sé.
Anzi, se non c’è questa partenza, non c’è proprio la ri-nascita che ogni terapia reclama.
Per cui, è molto di più di una bella esperienza. E’ fondamentale per la propria realizzazione.
A me è successo proprio così. Sono partito una mattina d’estate per cambiare pelle. E quando si cambia pelle, come si fa a rientrarci al ritorno?
Non è mica possibile.
Il viso, l’aria, il respiro, l’avanzare, l’attenzione, i bisogni non più drammatici, le abitudini nuove e salutari, il non mangiare più per riempire. Tutto cambia, solo grazie al pulsante della decisione.
Se so, se conosco ormai le mie infinite menate, dopo decine di tentativi, una bella mattina, decido. E abbandono pensieri e obiettivi ripetitivi, sempre uguali, fini a sé stessi. E non ci torno più.
Dal punto di vista corporeo, emotivo, si compiono due passi importanti:
1. Il primo è “staccare” il diaframma. C’è un esercizio tipico nelle classi di Bioenergetica per “tirare fuori il diaframma” in modo che si possa rilassare. Poi ce ne sono diversi altri che diventano una sana abitudine per una nuova impostazione esistenziale. Staccare il diaframma infatti è una vera e propria scelta di vita: la smetto da adesso e per sempre di perseguire automatismi e compensazioni.
2. Contemporaneamente, mi ricollego al “filo rosso dell’ispirazione”. Ne abbiamo parlato tanto in queste pagine. Ritrovo le mie antiche emozioni, passioni, piccoli hobby, inclinazioni artistiche, riprendo ad esprimermi. Pensate: è sconvolgente scoprire che ciascuno di noi ha avuto un filo di motivazioni che rappresenteva tutto nella nostra giovinezza. E altrettanto sconvolgente è scoprire che ogni malessere, nessuno escluso, è coinciso con la decisione di abbandonare questo mondo per chissà quali motivi, comunque traumatici.
La danza della vita allora riprende così, in un istante, il suo incedere. Come in Bolero di Ravel.
Certo, devo sapere che cosa sto facendo, avere delle informazioni, una consapevolezza di me, una minima conoscenza delle leggi del Benessere, ma sono ben poca cosa rispetto alle fatiche di decenni.
E quando accade, si sposa proprio un’atmosfera diversa. A volte ci ispira ad una canzone, ad un film, un romanzo, un libro di auto aiuto. Ricordo con tenerezza un anno intero della mia adolescenza, impegnato nello sport, ispirato ogni giorno dalla canzone “Non farti cadere le braccia”. Che tenero. Se guardo le foto adesso, mi scopro così emozionato! Per un anno intero mi ero allenato (da solo!) per un provino con una squadra di serie A.
Ma per tutti noi, si trova invariabilmente, c’è sempre stata un’ispirazione che trascinava in alto la nostra vitalità. Provate. Andate a ripescare le foto. Vi chiederete senz’altro: ma che fine ha fatto tutta questa rivoluzione interiore?
Ecco, allora. Ci si sintonizza, semplicemente su un mood antico o diverso, ritrovato e mai più abbandonato. E si parte. E che tutte le paturnie se ne vadano al diavolo.
E così, moltitudini di persone, le si possono sentire rispondere:
“guarda, semplicemente, non mi interessa più. Tanto non cambia mai niente. Allora, tanto vale dedicarmi ad altro. Al mio piccolo piacere privato, personale, solo mio, creato da me. Fuori da tutte le solite dinamiche. E sai che respiro molto meglio?”.
Ecco allora cosa vuol dire partire e non tornare più.
C’è chi proprio prepara lo zaino per un viaggio simbolico. Un Camino de Santiago, che tuttavia, se non è anche interiore, non è. Per cui, possiamo anche andare a piedi a Pessano con Bornago, per intenderci, o alle Lavanderie di Segrate, ma con il giusto stato d’animo e la consapevolezza e la leggerezza finalmente profonda, tutto il viaggio lo abbiamo già percorso.
Tanto, i fuochi d’artificio di questa esperienza sono dentro.
Per cui, iniziate a pensare in occasione di queste vacanze, da oggi e per il resto dei giorni a venire:
- Che cosa voglio lasciare questa estate?
- Da che cosa voglio partire?
- A che cosa non voglio tornare più?
- E cosa voglio prendere e mantenere nella mia vita, ogni giorno che cada su questa terra?
Come vedete, ogni estate non si tratta propriamente di chiedersi come fare una vacanza.
Con questo anelito, ad esempio, ogni fine Luglio / inizio Agosto, abbiamo preso la decisione e poi l’abitudine di favorire queste decisioni e partenze definitive, ritrovandoci insieme in gruppo, in quel posto magico di Semidicrescita a Finale Ligure per comprendere come appropriarsi di questa nuova realtà di Benessere e dei suoi passi di Trasformazione.
Al termine, è palpabile nell’aria che non è stata solo una vacanza. Ma si sono stabiliti dei punti fermi, dai quali cercheremo di non tornare più indietro.
E’ come fosse sacrilego per noi cercare di spiegare cosa succede nello sguardo delle persone che partecipano a questo tipo di viaggio, sia d’estate che d’inverno, quando ci rechiamo in paradisi tropicali con lo stesso spirito.
C’è chi finalmente scopre il piacere e si accorge che non lo conosceva affatto. Potete immaginare la rivoluzione nel suo sguardo? Chi invece si illumina realizzando che non era per niente normale, ma proprio per niente, la vita che conduceva fino ad una settimana prima.
Ricordo il guizzo negli occhi di qualcuno, completamente trasformato, in una sola settimana. All’arrivo, con la sensazione di privazione da una vita, di mancanza, di rivendicazione, di insoddisfazione. E alla fine, con la scoperta di una massima racchiusa in un lampo, in un’illuminazione:
“Sai che c’è? Non è importante. Le mie paturnie ce le avrò sempre.
E’ moltissimo più importante smettere di aspettare da decenni qualcosa che me le faccia passare.
Che non può arrivare! E cominciare a ri-vivere la vita”.
E assistere così a sintomi psicosomatici su braccia rattrappite che ritrovano la magia e la strada della gioia pura, senza motivo, ma proprio senza alcun motivo se non quello di aver capito la più grande verità della nostra piccola esistenza. E vi pare poco?
Per cui, quest’anno, quando andremo in vacanza, proviamoci. O il prossimo anno, o quello dopo ancora. Tanto, quando decidiamo di farlo, sempre lo stesso passo sarà, e sempre allo stesso modo funzionerà. Si decide e via.
Verso il posto dentro di noi dove si sta sempre in armonia, leggerezza, profondità, come se vivessimo in un assolo di Carlos Santana, se mi passate la metafora e capite cosa voglio dire.
Buona Partenza a Tutti, allora.
E Buona Sola Andata.
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Riepilogo Bioenergetica in Paradiso
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- Una Mattina si Parte e Non si Torna Più
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