Visione Radicata: 19. La Mappa della Visione Radicata

– E me la chiami mappa questa, questa è una mappa!
– Perché, cosa ha che non va?
– Come cosa ha! È piccola, è una mappina.

Totò e Cleopatra

 

 

A proposito di Evoluzione Sostenibile, abbiamo detto che i bambini investono a fondo perduto, prima di avere un risultato, in modo paradossale per noi adulti: sono molto concreti, a volte, eccezionalmente. Vogliono quella cosa e solo quella cosa, in modo ossessivo.

Ma quando invece lo sentono necessario, sono visionari, anticipano.

E come fanno ad anticipare? Immaginando dentro di sé sempre il meglio.

Aspettandosi cose belle, emozioni positive, divertimento, agio, gioia completa.

 

Ecco, questa è la visione radicata, naturale, certa.

Vuol dire connessa, a prescindere da tutto e “sopra” tutto, in modo spontaneo e naturale: “per prima cosa”.

Indipendentemente da ciò che mi è capitato, io parte bambina di qualsiasi adulto ho diritto-necessità-bisogno-desiderio di riprendere ad inventare, ritornare a crederci e a curare le immagini interiori.

Quindi è molto semplice:

  1. Donato non si sente adeguato e pensa che a questo non c’è speranza.
  2. La verità è che si è sempre sentito inadeguato.
  3. Ora questo non cambierà mai: è solo da accettare. Si sentirà sempre predisposto a sentirsi non adeguato.
  4. Non è possibile che cambi questo sentimento cercando fuori.

 

“Come non è possibile?”- mi risponde lui. Ma mi guarda sorpreso ed intrigato, un pò corrucciato com’è da sempre.

  1. Una volta accettato e ripetuto per settimane e vissuto l’abbattimento che ciò comporta…

(“porca miseria, devo proprio accettare una condizione del genere?!”.
“Eh sì, amico mio… anche solo come escamotage, simulazione terapeutica:
visto che non cambia mai questa preoccupazione perenne,
prova a chiederti ogni giorno per un pò:
che succede se accetto e ci rinuncio?!
Se mi dico: ok accetto che non cambierà mai…?”).

2. …Occorre riscoprire e imparare da capo leggerezza e nuove atmosfere calorose

(“E sai cosa m’è capitato?! Che mi sveglio una bella mattina, e dopo tanto dolore… una sensazione di pace, leggerezza, verità…(!)… ed un entusiasmo per andare a lavorare… che mai nella vita!”).

3. Poi viene appunto la fase di sviluppare tanti piccoli rituali quotidiani trasversali e dedicati al piacere…

4. E cambiare così, finalmente, la visione di sé e della vita.

5. E ricominciare così ad un livello di accettazione più profondo.

 

Mi ha colpito molto in questo senso, la Mantova Lecture di Alessandro Baricco sulla “Mappa della Metropolitana di Londra”. Chi l’ha vista, sa che cosa voglio dire: è ciò che facciamo tutti e soprattutto è ciò che costruiamo noi terapeuti con i clienti: nuove mappe di percorso, nuovi stimoli, nuovi schemi più veritieri, da seguire.

La mappa non è il percorso: sentendosi inadeguato, Donato si è percepito sempre teso a farcela, per dimostrare di essere all’altezza e approvato.

Non ha mai nemmeno contemplato la possibilità di rilassarsi e godere.

Ha scambiato la mappa interiore (io non sono adeguato) con il territorio (la realtà della propria esistenza, che quindi secondo lui, non può essere adeguata per definizione. Mentre invece non è per niente così).

Non ha pertanto mai sviluppato la sensazione di gioia-arricchimento-passione per le cose che avrebbero potuto dargli piacere, fisico ed emotivo.

Non ha una nuova mappa, per intraprendere un nuovo percorso.

 

 

6. Si instaura così uno schema: Passare al Circolo Virtuoso dell’Immagine Radicata

 

Circolo Vizioso: Visione non radicata

  1. Vedo solo Ferita e Problema da risolvere.
  2. L’uno alimenta l’altro.
  3. Non si risolvono mai e non sento mai progressione.
  4. Giro a vuoto.

 

Circolo Virtuoso: Visione Radicata

  1. Accetto e mi ripeto ogni giorno le verità che non cambieranno.
  2. Vedo così le mie ferite come stanno realmente.
  3. Visto che non ci posso fare niente, ne vivo il lutto.
  4. Lascio andare finalmente e riparto verso la sdrammatizzazione e la leggerezza. Sono consapevole che non posso fare altro.

 

7. E percepisco il Dono di questa mia esistenza e le Risorse che mi derivano da tale condizione che prima consideravo disgraziata.

Donato:

“Sono generoso, sensibile, presente, affidabile e molte altre qualità che tutti mi hanno sempre riconosciuto, ma che io non vedevo nemmeno, tutto preso dai miei sforzi per compensare l’immagine vergognosa di me”.

“E tutto deriva proprio da quello che mi hanno somministrato e poi mi sono iniettato da solo”.

Schema quindi che può cambiare proprio come riferimento: un nuovo inizio, letteralmente, non altro e nulla di meno.

 

E cosa succede dopo che ho seguito questo schema per 100 ambiti della mia vita? Dopo che con questo principio ho realizzato 100 piccoli cambiamenti? Riuscite ad immaginarlo?

8. Si arriva così a trovarsi nel bel mezzo di un grande cambiamento.

Bello importante e soprattutto facile.

 

9. Questo ci cambia la visione delle cose della vita e di noi nelle cose. E stravolge l’atteggiamento nei confronti di se stessi:

 

Pauroso          >    Sensibile
Sfigata             >    Fortissima
Sacrificato     >    Generoso e Rispettoso
Fragilissima  >    Giovane Capace

 

Per questo le leggi delle immagini interiori ci cambiano l’esistenza:

Accade fuori ciò che prima risolvo dentro e mai viceversa.

 

Non accade mai -ho scritto spesso- che quel che arrivi da fuori ci cambi, accade sempre il contrario: ci cambia solo se lo vediamo dentro di noi.

“Fino a quando credevo che io fossi un pauroso incredibile
e nessun altro avesse paura,
non sono andato da nessuna parte.
Solo in analisi ho scoperto di essere sensibile e che a casa mia occorresse avere paura.
Chiunque al posto mio avrebbe avuto paura!
Non la sentivo solo io (!), c’era paura.
Solo per questo, oggi -nella mia vera casa!- ci può essere gioia e leggerezza”.

 

Ogni cosa che è grande dentro di noi è grande anche fuori, mai viceversa.

E saperlo è la nostra minuscola e immensa Rivoluzione.

 

Ma abbiamo appunto bisogno di una mappa aderente alla realtà.

Scrive a questo proposito Robert Louis Stevenson, che di mappe e avventure se ne intendeva:

“Mi dicono che al mondo ci sono persone non attratte dalle mappe; mi riesce difficile crederlo. I nomi, l’aspetto delle foreste, i percorsi delle strade e dei fiumi, il tracciato preistorico dell’uomo ancora chiaramente riconoscibile su per le colline e giù nelle valli, i mulini e le rovine, gli stagni e i traghetti, e magari il Monolite o il Circolo Druidico sulla landa: tutte riserve inesauribili d’interesse per chi abbia occhi per vedere e un briciolo d’immaginazione per lavorarci su. Ognuno ricorda di aver posato il capo sull’erba quando è stato bambino, e di aver sbirciato dentro quella foresta infinitesima, vedendola popolarsi di eserciti fatati”.

 

 

Riepilogo

La Mappa della Visione Radicata

 

1. Una volta accettato e ripetuto per settimane e vissuto l’abbattimento che ciò comporta…

2. …Occorre riscoprire e imparare da capo leggerezza e nuove atmosfere calorose.

3. Poi viene la fase di sviluppare tanti piccoli rituali quotidiani trasversali e dedicati al piacere…

4. E cambiare così, finalmente, la visione di sé e della vita.

5. E ricominciare ad un livello di accettazione più profondo.

6. Si instaura a questo punto uno schema: Passare al Circolo Virtuoso dell’Immagine Radicata

7. E percepisco il Dono di questa mia esistenza e le Risorse che mi derivano da tale condizione che prima consideravo disgraziata.

8. Si arriva in tal modo a trovarsi nel bel mezzo di un grande cambiamento.

9. Questo ci cambia la visione delle cose della vita e di noi nelle cose. E stravolge l’atteggiamento nei confronti di se stessi. 

 

 

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