La Natura ha strane leggi,
ma lei, almeno le rispetta.
Leo Longanesi
Le buone leggi rendono più facile fare la cosa giusta
e più difficile quella sbagliata.
William E. Gladstone
Come per ogni altra delle 5 Ricette per una Piccola Felicità, esistono dei cardini, principi, punti fermi, attraverso cui l’Immagine Interiore di Sé e della Vita, che noi qui chiamiamo Visione Radicata, si manifesta sulla strada del vivere appieno la nostra esistenza.
Può aiutare molto individuarli e tenerli presenti, così come abbiamo appena visto come orientarci attraverso una Mappa della Visione Radicata.
Riassumendo, sapere come orientarsi per trovare l’immagine più di vera di sé e del mondo, come abbiamo appena visto, e ora conoscere i punti cardinali di come funziona la Visione Radicata, sono due processi che ci aiutano molto nel cammino di consapevolezza di sé.
L’imprescindibilità delle immagini interiori ci riporta sempre alla verità: non si scappa, quello che vediamo dentro, come ci rappresentiamo la realtà, è più importante e reale per noi di qualsiasi altro fenomeno. Tanto da stabilire vere e proprie leggi.
1. Bene e Male Non Esistono
Esistono solo dentro di noi.
Come concetti assoluti non esistono.
La stessa cosa che noi crediamo ci faccia virare decisamente verso il benessere può facilmente rivelarsi effimera, se si basa su falsi presupposti interiori e aspettative non veritiere.
La nostra peggiore condizione, avversata da noi per anni, può in un attimo rivelarsi preziosa e non più penosa, con un semplice cambio di visione.
Ciò poiché l’azione, “la cosa”, viene decisa attraverso immagini interne che noi ci pre-figuriamo, appunto.
Non esiste qualcosa che ci faccia star bene e qualcosa che ci faccia star male in assoluto.
Ecco perché non serve a niente allora evitare ciò che ormai consideriamo il male assoluto per noi.
Perché ne siamo solo convinti.
Serve invece molto saper cambiare punto di vista su quel male. Il quale -di colpo- cessa di essere negativo per noi.
Questa è la rivelazione.
Esiste solo il modo di vedere le cose interiormente, il quale è più o meno fonte di benessere. E si può scegliere e determinare. E non solo: noi lo facciamo costantemente. E’ una delle leggi di natura che più influenzano la nostra vita.
Conoscerla è prezioso per il cammino di terapia, proprio perché lavora nei due sensi: quel che ci fa star bene va comprovato (“è realmente benefico per me?”), e poi alimentato con atteggiamenti naturali e realistici.
Mentre quel che ci fa star male non va necessariamente risolto fuori. Anzi, in terapia si impara proprio questo principio, secondo cui PRIMA occorre lavorare su quali aspettative e proiezioni esistono dentro di noi, altrimenti, anche se cambiamo apparentemente vita, le stesse immagini interiori negative si riproporranno su altri scenari.
Accade fuori solo ciò che prima esiste dentro e mai viceversa.
Le visioni radicate determinano ogni nostro comportamento.
Ad esempio:
a) la vita è tutta imposizione
b) allora io posso avere solo una vita di sacrifici
c) per questo non faccio altro che cambiare scenario della mia vita, per evitare ogni volta quel che non mi sta più bene
d) ma non cambia nulla in realtà e le imposizioni che io sento si ripropongono ogni volta
e) smettiamola allora! La vita non è per niente solo sacrifici e imposizioni! Sono io che lo sento dentro e lo vedo in ogni cosa, fuori!
Solo questa condizione e) di verità, ristabilisce l’ordine reale che non riuscivamo a vedere.
L’importanza di vedere dentro gli Esercizi Corporei
Nei workshop sulla visione, ad esempio, si effettuano una serie di esercizi “fatti male”, poi la stessa serie di esercizi, “fatti bene”. Ad esempio il grounding, esercizio base di bioenergetica, dove si piegano le ginocchia e si pesa sulle piante dei piedi, determinando il movimento di piegamento delle gambe “su e giù”.
All’inizio, si chiede ai partecipanti di effettuarlo contro-natura, come spesso indulgiamo, cioè attraverso la testa, il pensiero, l’automatismo: senza ascoltare il corpo, il respiro e l’effetto dei movimento sul corpo. L’atmosfera che si crea dopo pochi minuti è conosciuta, immobile e straniante. Siamo tutti lì, ma nessuno è lì davvero. Per chi l’ha provata, l’esperienza è realmente fastidiosa.
Poi invece, di colpo, si ricomincia ad attraversare la stessa serie di movimenti “come devono essere fatti”:
- concentrandosi su un movimento alto-basso
- entrando con le piante dei piedi nel terreno
- spingendo come se ci dovessimo dare lo slancio per saltare
- ma con un andamento lento e attento
- ponendo l’attenzione sul respiro e sul tatto
- sintonizzandosi sugli effetti nel corpo
- e con il baricentro spostato in avanti, sul punto di cadere, rendendo così l’equilibrio dinamico e non statico e incardinato.
E in un secondo, grazie al contrasto con la modalità precedente, si scatena un mondo di sensazioni, dove i partecipanti sembrano come rifiorire.
A questi, seguono esercizi di immaginazione legati al corpo:
- Fantasia guidata di considerare l’immagine che ho di me e delle mie rigidità, come vista da fuori, di lato, e togliere tutte le tensioni. Che cosa accade al mio corpo e alle mie resistenze corporee?
- Immaginare la testa tra le gambe e sentire -dal basso!- la parte alta, la testa e il busto, lassù molto in alto, completamente scarichi. E sperimentare la liberazione immediata dalla tensione.
- Esercizio del “mantice in scarica”, poi del “mantice in carica”. Semplicemente tirando fuori l’aria con le braccia alzate e i gomiti che vanno all’indietro, tirando fuori l’aria (in scarica), in poche ripetizioni ci sentiremo stanchi e avremo tirato fuori tutta la fatica della giornata. Viceversa, inspirando quando i gomiti vanno all’indietro (in carica), otterremo in pochi minuti una sensazione di energia palpabile, intensa. Bastano infatti poche ripetizioni per sentire il livello energetico fiorire immediatamente. Questa alternanza è una dimostrazione potentissima della nostra capacità di dare direzione e intensità alla nostra energia. E ci cambia per sempre l’immagine di noi e di ciò che da dentro possiamo produrre fuori.
- Tirare una coperta arrotolata come conflitto e poi come diritto. Il contrasto tra le due ripetizioni reca in sé un’immagine interiore opposta: molta più facilità e meno sforzo nell’esercitare un diritto. Allora, cosa cosa davvero fa crescere la fatica? E che cosa determina la visione radicata con la quale effettuiamo l’esercizio e, in sostanza, viviamo? E soprattutto: come possiamo influenzare questo fenomeno?
- Cavalletto sulle ginocchia dell’altro. A si posiziona schiena a terra con i piedi piantati al suolo e B si appoggia con la schiena sulle sue ginocchia. Si sperimenta così cosa accade se “si accetta” questa Oppressione, oppure si cede alla Fuga, oppure ancora se si trasforma questa esperienza e ci si concede una Terza possibilità, molto più preziosa, attraverso un’immagine interiore bella, nuova e diversa, accettante anche il dolore, in un’ottica nuova, vera e integrata.
- Tutti questi elementi determinano un cambiamento vitale dell’esperienza: da dolore a pura rigenerazione. L’importante è soltanto iniziare a cambiare le nostre categorie interne.
Al termine di questi ed altre semplici simulazioni corporee si percepisce esattamente e molto semplicemente che Bene e Male, Più e Meno, Up and Down semplicemente non esistono in senso assoluto. Sono solo dei colori che noi attribuiamo a delle esperienze sulla scorta di situazioni passate. E possiamo cambiare il corso della nostra percezione. E lo facciamo già abitualmente.
Si evidenzia così come questa e le altre leggi determinino da sole il nostro benessere o il nostro malessere. Tutto sta a praticarle. L’effetto è spiazzante all’inizio, poi immediatamente motivante.
Vediamo le altre leggi?
2. Felicita’ e Benessere come Requisiti e non come Scopi
Se ciò che abbiamo detto al punto precedente è vero, e cioè che benessere e malessere si determinano prima dentro di noi, per come vediamo le cose, allora la famigerata Felicità è un punto di partenza, non di arrivo.
Un’altra esperienza rivelatoria è una delle dinamiche di gruppo che si sperimentano nei workshop: Gruppo ostile e Gruppo accogliente. Si attraversa prima un gruppo manifestamente ostile e poi un altro accogliente, con alcune accortezze rivelatorie. E -in modo illuminante- accade ogni volta che se io percepisco dentro di me il gruppo ostile, anche se questo gruppo è stato istruito per essere molto accogliente, io lo vedo ostile! Provare per credere!
Lo abbiamo descritto nell’articolo Due Tempi e Due Spazi. Anche la lettura dell’articolo è un’utile approfondimento della potenza della Visione Radicata: ci sono solo 2×2 modi di vedere le cose dentro di sé in termini di spazio-tempo.
Conta solo che cosa abbiamo nella testa. “Conta solo il Qui ed Ora”. Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere? Ecco, è importante sapere perché.
Altrimenti non lo praticheremo.
Semplicemente perché non avremmo un’immagine di noi motivante che ci convinca ad andare in quella direzione.
Nella vita reale, lì fuori, è sufficiente sviluppare questa nuova visione leggera e motivante, per imprimere tutta un’altra direzione.
E’ rivelatorio far notare le differenze prima di tutto di atteggiamento, poiché questo noi umani facciamo: la prima cosa che conta è come vediamo dentro di noi l’esperienza che ci accingiamo a fare. Allora, in terapia, si recita a specchio una persona ferita nei suoi modi di muoversi e di approcciarsi allo spazio e poi le si fa fa notare le differenze con la vera evoluzione e cambiamento possibili.
E’ il concetto di pace e gioia che irradia ogni cosa ma NON come pratica spirituale, olistica, trascendentale o new age, bensì come espansione concreta e della nostra parte bambina che OGGI non sa più “staccare” dalle pesantezze, non riesce ad andare fino in fondo alla propria carica vitale.
Solo questo fa “mollare” conflitti, tensioni.
Solo questo porta Abbondanza vs. Mancanza.
E non ci fa più pensare solo al problema, al problema, al problema…
Se c’è un problema grande nella nostra vita, e noi non siamo predisposti, aperti e sensibili all’apertura, non vediamo nient’altro che il problema. Questo è il problema.
Per questo noi scriviamo in terapia e consegniamo ai clienti solo le frasi più significative, profonde, da loro espresse, che squarciano l’inconsapevolezza.
Solo se accetto che ho detto proprio questa frase e me la rileggo tante volte, allora avrò un’immagine di me più vera, radicata, reale, che possa spiegare altri punti non chiari di me.
Perciò accade, in questa fase della terapia, che le persone tocchino in prima persona che il benessere è il requisito di partenza, non il punto d’arrivo. E’ “il modo di qualsiasi modo” non il contenuto che ci fa partire da una condizione di benessere, che confermerà e attirerà benessere, ab initio, per principio.
E non è solo un’immagine interna, questa?
E non è sufficiente, da sola, a sollevare il velo sul nostro mondo?
3. Cambiare le Immagini Interiori è Tutto
Emerge così il nostro compito su questa terra: stiamo meglio solo quando troviamo una terza possibilità oltre alla posizione up e a quella down. In questa terza nuova e creativa accezione, tutta di predisposizione interiore, in cui a nulla dobbiamo più resistere, si scatena il nostro “pezzo” di strada. Al di là di qualsiasi situazione che credevamo oggettivamente “meno” o “più” della nostra vita.
E’ uscire fuori dal senso comune.
Un’esperienza significativa in questo senso è chiedersi:
quale sarebbe il mio comportamento assurdo/opposto/contrario
in questa situazione/problema?
E provare a immedesimarsi in questa possibilità e poi -se ci porta benessere- provare a sperimentarla.
Che cosa si nota:
che le persone, TUTTE, sanno cambiare prospettiva. Si sanno sostenere da soli, hanno deciso cambiamenti importanti dentro di sé, vere e proprie vite diverse.
A volte ciascuno di noi pratica questa facoltà proprio contro la propria natura, costringendosi a lavorare o ad amare nei modi e nelle possibilità pre-determinate dal solco tracciato decenni prima dalla propria famiglia e/o da se stessi in lunghe stagioni di micro-condizionamenti. Fino a quando poi poter riscoprire se stessi, le PROPRIE verità e rifiorire letteralmente.
Non dimenticherò mai l’obiezione di una mia cliente: “…ma perché, a mia moglie, al mio capo, posso rispondere di no?”.
Oggi le persone che lavorano su di sé e non si accontentano di consumare questa vita, bensì di crearla, cercano ogni momento di vivere qui ed ora.
Che è l’istanza che ci ha portati in terapia. Le cose si evolvono, la vita va avanti. Se cosi’ non è, se non ci evolviamo più, sentiamo il bisogno primordiale di capire perche’, di lavorare su di noi. Tutto sta a concederselo.
A scoprire il Vero sé.
E a non seguire più il Falso sé.
4. Io Creo O consumo
DALLA FATICA ALLA FLUIDITà, DALLA STANCHEZZA ALLA RIGENERAZIONE.
Fatica > Fluidità
Stanchezza > Rigenerazione
Non esistono la fatica e la stanchezza, esistono solo fluidità e rigenerazione.
Quando mi abbandono al piacere non ho più bisogno di risparmiarmi perché è tutto piacere.
Pensateci: se sono al mare e ho 8 anni, come posso vivere preoccupato? Voglio solo dormire il meno possibile e andare a giocare sempre con gli amici! I bambini non si risparmiano mai! Allora, se notiamo nei nostri figli una tendenza a risparmiarsi, faremmo meglio ad intervenire.
Altrimenti, da grandi, questi bambini, potrebbero avere i blocchi che noi genitori abbiamo passato loro sotto traccia.
Il piacere può essere più o meno intenso e potente ma se tutto il mio sistema è sintonizzato sul piacere, io passerò facilmente dal piacere + al piacere ++.
Se viceversa sono conflittuale, diviso e resistente, mi ritroverò a lottare in un sistema di – contrapposti a –, dove resterò sempre impegnato a risolvere problemi che non mutano mai e giammai recheranno in sé il + promesso.
E allora sarò resistente, bloccato, non fluido, non spontaneo, trattenuto.
Ne conoscete? Moltitudini? Esatto.
Un’esperienza è illuminante: torsione del busto reale, poi immaginata e poi di nuovo reale. Dopo aver solo immaginato il movimento, il busto si gira molto di più. Incredibile. l’abbiamo descritta in: visione-radicata-5-esempi-corporei-della-forza-delle-immagini-interne.
Del “dare luce dentro di noi” abbiamo spiegato più volte.
Come pure del perdono come chiave del benessere.
Basta cercare in questa chiave di lettura: questi gli articoli per approfondire.
Altri esercizi utilissimi sono:
Immaginare una bellezza al giorno. 3 cose belle e 3 cose passabili.
Portare l’evoluzione all’esterno di noi.
Possiamo quantomeno scorrerli e -se ci va- approfondirne il senso e provare a praticarli.
In conclusione, la sostanza è:
se sono preso a pugni tutti i giorni e non controllo la mia giornata, sarà ogni giorno sempre peggio. Se mi organizzo e so indirizzare le mie immagini interiori per determinare ciò che arrivo a fare fino a sera, allora cambia tutto: Evoluzione, Progressione, Immagine di sé.
Se io creo il mio benessere, lo creo in qualsiasi momento, cercando coinvolgimento, soddisfazione e significato. Se ci pensate bene, è questo il senso di una vita creativa.
E già solo questo atteggiamento determina il mio star bene naturalmente, ogni giorno, senza più enormi cambiamenti decisi solo fuori, a cui mancherebbero i presupposti interiori fondamentali.
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