Non è che c’è la luce fuori dal tunnel
E’ che il tunnel non esiste
Tu continuerai a vederlo, ma sai che non esiste.
E’ questa la metafora della Visione Radicata.
Un altro paio di esempi ci conduce direttamente a come si può lavorare su quel che vediamo dentro. Vogliamo provare?
Alziamoci in piedi e poniamo il braccio destro dritto davanti a noi. E’ un esercizio classico che produce sempre lo stesso risultato. Proviamo a girare su noi stessi verso sinistra, torcendo il busto senza spostare le gambe e con il braccio sempre alzato in avanti che segue i nostri spostamenti. Memorizziamo il punto massimo verso sinistra al quale riusciamo ad arrivare con il braccio in avanti.
Poi ripetiamo solo mentalmente l’esercizio. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo soltanto di alzare il braccio e di ripetere il gesto, torcendo il busto allo stesso modo di prima. Attenzione a NON farlo realmente, bensì solo col pensiero, ad occhi chiusi.
Ora, visto che siamo solo in una visione interna, una volta immaginato di arrivare nel punto di massima torsione, che ricordiamo, proseguiamo nella nostra mente a torcere di più il busto e ad arrivare molto più in là, come se il nostro corpo fosse snodato. E poi, sempre SOLO mentalmente, ritorniamo piano piano in posizione.
Infine, ripetiamo realmente l’esercizio, apriamo gli occhi, poniamo di nuovo il braccio in avanti e torciamo concretamente il busto verso sinistra, fin quasi a girarci, arrivando di nuovo al nostro punto massimo. Nella stragrande maggioranza dei casi, dopo averlo soltanto immaginato, riusciremo ad arrivare molto più in là con la torsione, di quanto siamo riusciti la prima volta.
Chi lo prova, resta con una motivazione incredibile a lavorare sulle proprie immagini.
Il secondo esercizio si effettua a coppie: A pone il braccio teso, con il palmo della mano al soffitto, sulla spalla del compagno. Costui -che chiameremo B- deve piegare il gomito di A, con entrambe le mani, dita incrociate, che cercherà di resistere.
Si registra mentalmente quanto tempo A resiste e la forza necessaria A piegare il gomito.
Poi lo si ripete con un unico cambiamento: A si concentra sull’immagine interiore di essere legato da un fluido, un’energia, una luce bianca, che parte dal proprio tronco del corpo fino ad arrivare ad un oggetto qualsiasi, reale, concreto, che esiste, dietro le spalle di B. Può essere il muro, il quadro alla parete, il mobile o la finestra ecc. E di nuovo resiste al tentativo di piegamento di B. Anche qui, molto più della maggioranza, avverte che A, se “collegato, connesso in modo energico, qui ed ora, attraverso un’immagine interiore”, resiste infinitamente di più…
Infine, sempre a livello di immagini interiori, ditemi: cosa sapete dello zucchero bianco, il cosiddetto saccarosio? Leggete su internet la reale storia dello zucchero e gli effetti devastanti che ha sul nostro organismo. Come è stato importato a Venezia nel ‘700 la prima volta, per quali usi, e soprattutto come si ottiene, con quali processo di lavorazione. Nei nostri corsi sulla Visione Radicata, abbiamo delle slide che illustrano tutto questo.
Al termine, nelle settimane seguenti, verificate se è cambiato il vostro atteggiamento emotivo e profondo nei confronti dello zucchero. Se ciò accade, avete sperimentato una via maestra per cambiare direttamente ogni vostra attitudine, vizio, difetto, pigrizia. Basta soltanto affinare il meccanismo.
Fatto? Lo avete letto? Dopo aver approfondito le informazioni, che cosa sentite cambiato dentro di voi? Almeno un pò? L’immagine interiore, esatto.
Questo ad esempio è “lo studio” concepito a livello motivante: tutte le volte che volete studiare in modo appassionato e non solo ripetitivo, basta usare meccanismi di questo tipo.
Interessante, non è vero?
Stupisce sempre in terapia come le persone arrivino con un problema d’immagine di Sé.
Quando c’è un problema che ci porti a farci aiutare, c’è sempre una disfunzione dell’immagine di sé, delle immagini degli altri e delle situazioni ricorrenti, non adeguate, non realistiche, stereotipate e bloccanti.
Continua la lettura:
Torna a Visione Radicata: Riepilogo
Torna a: