Visione Radicata: 28. Viaggi all’Indietro

L’insegnamento giunge solo a indicare la via e il viaggio;
ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere.

Plotino

 

 

Un viaggio di una persona cara, mi riporta alla mente quanto noi dimentichiamo il condizionamento a cui siamo stati esposti da bambini.

E passiamo decenni, (davvero, senza scherzi, un’infinità di anni) a credere che IL PROBLEMA, quello maiuscolo, sia DENTRO di noi, dalla nascita.

Una sera, questo cliente che chiamiamo Aldo -tornato a passare pochi giorni di ferie a casa dai genitori- sentendosi leggero, finalmente nuovo, di buonumore grazie al lavoro su di sé, comunica alla madre che ha invitato anche la propria cugina con il fidanzato a mangiare la pizza insieme a loro.

Di colpo, la scena è come se si riavvolgesse su se stessa e tutto ritornasse alla propria infanzia.

La madre di Aldo s’inviperisce.

“Ma come! -Esclama- Siamo già in 4, come possiamo permetterci altri 2 ospiti? E poi, non potevi dircelo prima? Sei sempre il solito egoista e avventato!”.

Lo stupore, la rabbia, lo sguardo infuocato da tradimento che Aldo assume mentre mi racconta l’episodio, è lo stesso di quando mi raccontava di altre occasioni di agguati improvvisi dei genitori, in cui gli facevano provare un senso di colpa incommensurabile.

Una volta, a 5 anni, era a dormire beato, alle 10-11 di sera, ormai da tempo, e la madre lo andò a risvegliare rimproverandolo perché aveva fatto soffrire il padre, non dandogli il bacio della buonanotte. Effettivamente, il padre era in un angolo, in lacrime. Quello fu uno dei primi momenti in cui Aldo si convinse che lui era sbagliato e che doveva necessariamente sforzarsi moltissimo (e chissà se ce l’avrebbe mai fatta) per tenere a bada il proprio cattivo carattere. Ma cosa aveva fatto Aldo? Non aveva dato il bacio della buonanotte al genitore. Peccato Mortale. Voi avete notizia di alcun padre che si sia mai messo a piangere per questo? E che abbia fatto svegliare e mortificare il figlio di 5 anni?!

Ma ora Aldo è adulto. E molto più consapevole. Reagisce. Ovviamente assicura che pagherà lui la parte dei cugini e poi insiste: non accetta più discorsi di questo tipo! Non hanno mai avuto problemi di denaro. Mai nella vita. Sono solo ossessioni famigliari che vanno avanti addirittura dai nonni!

Ma ovviamente la porta dell’ascolto è ormai chiusa, come da sempre in occasioni del genere.

E lui si sente di nuovo reietto, inadatto, escluso, incapace.

La cena ovviamente va molto male: i genitori non permettono che sia lui a pagare il conto ma tutto il convivio non dura più di un’ora e mezza, con un’atmosfera rovinata, per tutti, soprattutto per i cugini.

Al ritorno a Milano però, per Aldo si spalanca un mondo: il senso di colpa di cui abbiamo sempre discusso emerge in tutta la sua grandezza e influenza. Me ne ha parlato in tutti i campi. Si è sempre rimproverato di:

  • non essersi sforzato abbastanza;
  • non essere sensibile;
  • non lavorare e guadagnare mai il necessario;
  • di non fare un lavoro “serio”, in cui poter credere.
  • Ma soprattutto, non trovare nessuna donna che lo accetti per quello che è.
  • Perché lui si sente sbagliato. Egoista. Incapace. Reietto.
  • E sa che più si sente così e più attrae sensazioni e persone che lo fanno sentire così.

L’atmosfera in cui vive Aldo viene da lontano, non è mai nelle questioni di oggi.
Ora si può vedere da fuori:

Causa Apparente
(situazioni ATTUALI di scacco mortificante che lo sorprendono, impauriscono e infine inviperiscono)

e Conseguenza
(star male dentro, essere angosciato per problemi affettivi e di lavoro / denaro)

sono in realtà invertite:
non starà mai male in verità per gli oggettivi problemi, bensì:

attirerà e tenderà sempre viceversa
a vedersi in MODO angosciante
SOLO QUANDO TEMERA’ E FUGGIRA’
quelle atmosfere come se venissero da dentro e dimostrassero che lui è sbagliato mentre sono al contrario solo ESTERNE A LUI, ricattatorie DI UNA VOLTA, mortificanti.

Dal punto di vista corporeo ed emotivo è la rabbia nello sguardo che gli rende gli occhi assassini, con una reattività che ammazzebbe chiunque.
Ma non può reagire, non può sfogarsi, in un gioco perenne con i genitori, da bambino, e con se stesso, oggi.

Adesso, Aldo sta accettando che sentirà sempre questa doppia sensazione:

  • lui si percepirà per tutta la vita fallato: si comporta male ed è cattivo e nessuno lo vorrà. Tenderà allora nella sua vita a vedere SOLTANTO solitudine e disadattamento, lavorativo e affettivo.
  • Ma questo non sarà mai vero in realtà, non lo sarà mai, nel modo più assoluto.
  • Sentimento sempre sentito, mai reale, che oggi può essere men che meno agito, ingrandito, drammatizzato, come un tempo.
  • bensì compreso, ascoltato, accolto e lasciato acquietare.

Adesso VEDE da dove viene tutto questo. E può finalmente uscirne. Con tutto se stesso e tutti i complimenti e i riconoscimenti che la vita gli riserva, da sempre.

E che adesso sente finalmente di meritare sul serio.

Ah, non ve l’ho detto? Aldo è un professionista molto apprezzato e un’anima benvoluta da moltitudini di persone. Perché? Perché ha sofferto tanto nella vita. E tutti lo amano per questo, per la lezione che ha saputo superare. E può oggi considerarsi un dono meraviglioso, per sé e per gli altri.

E può farlo totalmente, non in modo appena sufficiente.

Solo che fino ad oggi ha alternato l’accettazione all’illusione che questa PENA un giorno finisse…

Quel che di nuovo invece sta attraversando oggi è la sensazione di quanto sia profondo e sfaccettato questo suo modo di vivere le stesse atmosfere radicate di una volta.

E sta abbandonando l’illusione che -lavorando su di sé- prima o poi questo disagio non lo sentirà più.

Accettando davvero -ripetutamete, giorno dopo giorno- che non c’è niente da non sentire, ma che occorre ringraziare, come ringraziano tutti Aldo per com’è fatto.

E’ necessario che Aldo sorrida DENTRO e accolga come un dono OGNI RICORDO del passato e ATMOSFERA DEL PRESENTE che arriva dalla propria famiglia.

Allora sì che di colpo, andando in direzione naturale, e non più contraria, sarà orgoglioso di com’è e del perché è così.

Occorre che si prenda carico dei genitori ormai anziani, che li sopporti, che stia loro vicino, per ciò che riesce e laddove non riesce si faccia aiutare e provveda in qualche modo.

Senza più illusioni che qualcosa cambierà, che lui cambierà, che loro cambieranno, che lui troverà qualche maniera di superare PER SEMPRE i propri problemi.

E quando ci riesce, si sente rinato: quali problemi? Puf. Spariti. Non ci sono problemi oggi in realtà nella vita di Aldo. Non ci sono mai stati: esattamente come ha rimproverato i suoi di non avere mai avuto in realtà problemi di denaro o di altro. Ecco la folgorazione:

“io sto facendo esattamente come loro, senza rendermene conto.
Loro non hanno mai avuto problemi reali, solo supposti, di denaro, di salute, di sopravvivenza:
e io faccio lo stesso, in modo identico!

E così alimento sempre preoccupazioni inesistenti.
Esattamente come loro. Pazzesco. Da non crederci…!.

Perché alla fine aspetto da sempre, come la mia famiglia,
di trovare una soluzione, una svolta, uno stato in cui non sentire più la mia vita,
le mie angoscie.

Praticamente impossibile, ma soprattutto, inutile”.

 

Ora, potete immaginare il senso di liberazione e benessere che Aldo sta vivendo, dopo queste rivelazioni?

 

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